ALFREDO MANTOVANO

DEPUTATO AL PARLAMENTO ITALIANO


 

SUPERMARKET COL BUCO

(pubblicato sul Secolo d'Italia e il Quotidiano di Lecce il 18/1/2000)

La sintesi più efficace del Congresso dei DS sta per un verso nel filmato sul Novecento proiettato prima della chiusura di Sting e per altro verso nell'ordine del giorno sulla droga, approvato all'unanimità. Ci deve essere una logica nella serie di immagini mostrate ai delegati che, come spiega L'Unità di ieri, rappresentano "quello che andrebbe portato nel nuovo Millennio"; e la logica non è improvvisata né casuale. L'on. Veltroni non ha torto quando chiede di non essere ritenuto un post-comunista; e l' on. Natta non ha torto quando sostiene che nel partito dei DS non trova nulla del vecchio Pci. Lasciamo perdere per un momento i "conti con il passato", che né il Pci, né il Pds, né i DS hanno mai operato seriamente: questo appartiene a un esame di coscienza che non può esaurirsi con poche frasi e che il partito nel suo insieme, ma anche i dirigenti diessini singolarmente considerati, non hanno mai operato compiutamente.

L'obiettivo va centrato sulla strategia e sulla linea politica: guardando la sequela di scene e di personaggi del filmato, verrebbe in mente il "piatto di formaggi" alla francese che per qualche decennio è stato offerto ai più, nella prospettiva che ciascuno trovasse il pezzo - almeno uno - conforme ai propri gusti, e quindi tale da coinvolgerlo. Del plateau facevano parte l'anarchismo guevarista e il comunismo da jungla indocinese, il Fronte popolare spagnolo, con didascalie di Garcia Lorca, e il gelido rigore del Kremlino,l'eurocomunismo dialogante e quello duro dei guerriglieri angolani; il tutto era però legato dal filo conduttore comune costituito dall'ideologia marxleninista, era in qualche modo combinato sul piano delle grandi scelte dagli input dell'Internazionale comunista, e nei paesi occidentali - e in particolare in Italia - non derogava, nemmeno in presenza delle aperture più ardite, da un intento egemonico di impronta gramsciana: l'egemonia presupponeva un partito forte del suo centralismo democratico che, servendosi di cinghie di trasmissione - e cioè di realtà a esso parallele, ma organicamente correlate - controllava i centri vitali della società, dal sindacato alla scuola, dall'università alla magistratura, dallo spettacolo all'editoria…

Nel partito di Veltroni la ricerca di una egemonia così intesa è stata abbandonata non da oggi, perché superata dai tempi e dai contesti: c'è piuttosto lo sforzo per realizzare l'equivalente politico di un supermarket, per riprendere la felice espressione di Miriam Mafai, che diversifica le offerte agli utenti in relazione alle esigenze di ciascuno. Non è necessario che queste esigenze siano organizzate attorno a un unico centro di riferimento: l'importante è che ogni cliente trovi ciò di cui va in cerca. Nel filmato che ha chiuso l'IperWalter del Lingotto ci sono certamente i box tradizionali per i palati abituati ai sapori forti della tradizione comunista: Togliatti (suo l'applauso più intenso, secondo soltanto a Belinguer), Gramsci, la Rivoluzione del 1917, la Pasionaria, le Guardie rosse di Mao, Che Guevara; ma ci sono anche i banchi dedicati al socialismo riformista, da Turati a Rosselli, per decenni disprezzato dal Pci; c'è in offerta speciale qualche simbolo degli anni 60, da Kennedy a M.L. King; e ben quattro Pontefici, scelti con cura: Benedetto XV, che sono curioso di sapere se sarà stato riconosciuto da qualcuno, Giovanni XXIII e Paolo VI, per evidenti ragioni di simpatia, e Giovanni Paolo II, che sarebbe stato politicamente scorretto tenere da parte (guai però a metterci pure Pio XII con la sua scomunica al comunismo,ché sarebbe stato pretendere troppo). C'è posto per tutti, purché nessuno pretenda di imporre agli altri valori oggettivi. Il filo conduttore che sostituisce l'egemonia è il relativismo: tante immagini sono tenute insieme se nessuna prevale sulle altre; è la condizione per sperare che ogni gusto trovi soddisfazione. E' ovvio, per esempio, che di Giovanni Paolo II - come di Madre Teresa di Calcutta, pure lei immortalata nel filmato - basta e avanza l'immagine; se però, nel supermarket veltroniano, si fa qualche passo oltre il banco-vendita che offre i gadget pontifici, ci si imbatte nei fotogrammi della "battaglia" pro aborto, alla quale il Papa è ben difficilmente assimilabile.

Quando si percorre con convinzione la strada del relativismo capitano molti guai: capita, tanto per cominciare, di fare una grande confusione; il militante della sezione di Carpi, col fazzoletto rosso al collo e l'Unità in tasca da cinquant'anni, ha buon diritto a domandarsi che c'entrano col Partito Giovanni Pascoli, Totò e Luigi Tenco (anche loro nel filmato conclusivo). Ma questo è il meno: al momento di operare scelte che coinvolgono i principi, tutti si ritrovano a chiedere la droga libera e gratuita. Al momento di uscire dall'IperWalter, al posto della cassa ci si imbatte nel banco-eroina: il "buco" di Stato è la risposta ai problemi che generano la tossicodipendenza. Al Lingotto non ci si è chiesti se per caso il crescere della violenza non dipenda da un disprezzo della vita che da oltre vent'anni è quotidianamente promosso anche da una legislazione abortista superpermissiva; se la lotta contro la manipolazione del bambino che giunge alla pedofilia non presupponga coerentemente la lotta alle manipolazioni prima della nascita, che i DS avallano osteggiando una legge seria sulla fecondazione artificiale; se fra le fonti del disorientamento adolescenziale e giovanile non si trovi una disgregazione familiare accentuata dalle politiche anti famiglia dei DS; se non sia più impegnativo tendere la mano della solidarietà a chi ha problemi di tossicodipendenza, esigendo nel contempo uno sforzo di responsabilità, invece di incentivare il mantenimento e la moltiplicazione della dipendenza con la somministrazione controllata.

E' un fatto che l'ultimo fotogramma del filmato new age del Lingotto è una pagina Web con la scritta "continuate ciò che è giusto". L'autore è l'esponente dei Verdi Alex Langer. Nessuno può conoscere le motivazioni ultime di scelte tragiche, ma l'aver suggellato il congresso dei DS con la frase di chi è morto suicida ha un suono sinistro, in pericolosa sintonia con il percorso di morte che è facilitato dalla disponibilità di droga. Anche per questo conviene tenere l'Italia alla larga dal supermarket di Walter.

Alfredo Mantovano

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