ALFREDO
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione:   Pag. ) |
Martedì 28 Marzo 2006 |
La Rosa nel Pugno contro i Ds: passa la linea «clerical» e non «liberal»
Unione, la «questione cattolica»
ROMA Nè laicisti nè clericali e, comunque, sulle questioni eticamente sensibili, assolutamente fedeli al dettato del programma. Il centrosinistra prova a trovare una sintesi di fronte all'ennesima e spinosa querelle su laicità e questione cattolica e soprattutto del voto dei cattolici. Una polemica rinfocolata ieri dalla lettera aperta agli elettori cristiani presentata da Luigi Bobba e Paola Binetti, esponenti del mondo del cattolico candidati nelle liste della Margherita al Senato. Un testo su tutela di vita, famiglia, stato sociale, scuola, che sarà inviato nei prossimi giorni a 65.000 associazioni, movimenti e parrocchie e che spiega il perchè della loro discesa in campo. Nella lettera si spiega anche la scelta per i Dl, un partito che «riteniamo possa rappresentare adeguatamente le attese e le speranze di tante persone che vogliono attingere alle proprie radici cristiane per costruire una politica autenticamente riformatrice». «Non siamo le brigate di Ruini», avvertono Bobba e Binetti, ma dalla Rosa nel Pugno non si risparmiano certo le bordate. «E' sempre più chiaro - osserva Daniele Capezzone - che nella lista unica del centrosinistra non c'è un'egemonia «liberal» dei Ds, come si sarebbe potuto sperare, ma una insidiosa egemonia «clerical» di Francesco Rutelli, con le sue 'due puntè Bobba e Binetti». Il presidente Dl sottolinea di non voler fare polemiche, ma lascia a Beppe Fioroni il compito di rispondere che i Radicali continuano a «perdere occasioni per stare zitti». Di fronte all'attacco ad alzo zero dei radical-socialisti, che rivendicano per sè il primato nella difesa della laicità dello Stato, comunque, chi appare più in sofferenza è la Quercia. Avant'ieri il segretario Piero Fassino aveva ribadito che i Ds sulla difesa della laicità non si sentono secondi a nessuno, men che meno alla Rosa. Oggi è il presidente del partito a parlare. «Non servono campagne clericali nè laiciste» puntualizza Massimo D'Alema tirando le orecchie a Rnp, ma anche alla coppia Binetti-Bobba. I prodiani della Margherita si spendono per cercare di sedare la polemica. Non è utile, osserva il vicepresidente dei deputati dei Dl Franco Monaco, «l'ostentazione dell'etichetta cristiana in sede politica» ma è preferibile «la quotidiana testimonianza da cristiani in quanto cittadini laicamente impegnati nella costruzione della città dell'uomo». «Binetti e Bobba - li riprende anche Pieluigi Mantini - sono appena arrivati ed è bene che siano rispettosi del gioco di squadra». Il loro atteggiamento - ragiona infatti l'esponente del partito di Rutelli - rischia di danneggiare e far perdere voti all'Ulivo. E anche Rosy Bindi, che all'epoca del referendum sulla procreazione assistita aveva fatto discutere per la sua scelta di andare a votare, osserva che forse, l'appello di Bobba e Binetti si può ricondurre alla categoria dell'"eccesso di legittima difesa». «La Margherita - puntualizza infine Valerio Zanone, esponente liberale dei Dl - è un partito plurale che ha scritto nella sua carta costitutiva il principio di laicità dello Stato. Lo Stato laico è il garante costituzionale della libertà di coscienza, principalmente per le decisioni che riguardano l'etica della vita, dal suo inizio alla sua fine» Il centrodestra ha gioco facile ad andare all'attacco di fronte all'impasse del centrosinistra sulle questioni etiche. E i primi a scendere in campo sono quei cattolici della Cdl che erano al fianco di Paola Binetti al momento del referendum sulla procreazione. «Bobba e Binetti - attacca il presidente dei deputati dell'Udc Luca Volontè - non si prestino all'inganno dell'Unione. Lo spregio per le loro ragioni dovrebbe indurli a uscire dalle liste e tornare a una testimonianza vera e coerente». «Binetti e Bobba - si limita a osservare Alfredo Mantovano, dell'esecutivo di An - stanno con i loro nemici». La loro è invece una «lettera scritta per essere cestinata», secondo Francesco Giro, responsabile azzurro per i rapporti con il mondo cattolico. Passando alle questioni più concrete la polemica tocca, inevitabilmente, la questione delle unioni civili. Nella lettera-appello del presidente delle Acli e dell'esponente del comitato 'Scienza e Vità il tema non viene toccato esplicitamente anche se, a voce, i due puntualizzano che «va mantenuta l'intelligente mediazione trovata nel programma che deve valere per tutti». Un monito più o meno velato ai compagni di coalizione della Rosa nel Pugno.
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