ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su il Gazzettino
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Giovedì 2 marzo 2006

 

 

ROMA Il Dipartimento italiano dell’amministrazione penitenziaria fotografa in maniera impietosa, ma molto reale, la condizione dei sessantamila detenuti  

 

 Carceri, dietro le sbarre sofferenza e suicidi

Mai così grande il sovraffollamento. Il Centrosinistra punta il dito. Il Centrodestra sostiene la validità delle nuove leggi


 

Roma

Mai così sovraffollate (59.523 detenuti contro i 35mila del 1991), piene di tossicodipendenti (il 27\%), extracomunitari (il 33,3\%) e di persone che dietro le sbarre soffrono di disagi psichici (il 19,83\%), Hiv (circa 5mila casi), problemi epatobiliari e del pancreas (il 10,9\%) e di altre difficili malattie. Unico dato drammaticamente stabile negli anni sono i suicidi (57 nel 2005). Le 207 carceri italiane versano in una situazione di «grave divergenza dalle regole». A scattare l'impietosa fotografia è il Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria (Dap) nel corso del convegno dal titolo inequivocabile: «Salute in carcere, parliamone senza censure».

Politici, sociologi, criminologi, volontari, vertici dell' amministrazione penitenziaria: tutti sono partiti da un dato di fatto, e cioè che il sovraffollamento - al quale negli anni non è corrisposto un amento delle risorse finanziarie - ha reso difficile l'intervento sanitario in carcere. In carcere si soffre. E tanto. Anche il Papa, il presidente della Repubblica e i vertici dello Stato hanno fatto sentire la loro voce, inviando messaggi in apertura del convegno. «Affermare il doveroso rispetto della dignità umana dell' individuo che ha violato la legge affinché continui a sentirsi parte della società », è il monito di Benedetto XVI.

Contribuire al «recupero dei cittadini detenuti in una prospettiva di riabilitazione e di reinserimento sociale», auspica il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. In piena campagna elettorale, però, le soluzioni al problema carceri diventano terreno di scontro. Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, si limita a inviare un messaggio in cui sottolinea che «questo governo ha sempre avuto a cuore la salute in carcere» e che « molto è stato fatto, ma molto si può e si deve ancora fare». Al centrosinistra che punta il dito contro la recente legge sulla droga, replica immediatamente il ministro per il Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, uno dei «padri» del nuovo testo: «aiuterà a svuotare le carceri», assicura. E spiega che è stato alzato da 4 a 6 anni il tetto dei reati per cui è prevista la sospensione della pena se vi è un percorso di recupero del tossicodipendente in una comunità, e che per i tossicodipendenti «è stata tolta la recidiva prevista dalla 'ex Ciriellì'». Quindi - sbotta Giovanardi - «chi dice che con gli spinelli si va in carcere dice una grave bugia». Sulla stessa linea anche l'intervento del sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano (An), secondo cui gli effetti positivi della nuova legge sulla droga rispetto al sovraffollamento delle carceri «si potranno apprezzare nel giro di due anni».

Ma il centrosinistra insorge: con la legge sulla droga «le carceri italiane esploderanno», afferma il coordinatore dei Verdi Paolo Cento. Il collega di partito, Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia, dalla platea polemizza con Giovanardi e Mantovano, augurandosi che «nei prossimi 100 giorni la legge sulla droga venga abolita con un decreto». Il presidente della Croce Rossa Italiana, Massimo Barra, ribadisce la disponibilità della sua organizzazione a gestire, chiavi in mano e nel rispetto della persona e dei diritti umani, gli istituti di pena ricorrendo anche a strutture demaniali o della stessa Cri inutilizzate.


    

 

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