ALFREDO MANTOVANO

DEPUTATO AL PARLAMENTO ITALIANO


Scuole e occupazioni

LA LEGALITA' DELLE CHIACCHIERE
(Pubblicato sul Quotidiano di Lecce il 18/12/1999)

 

Esiste un articolo del codice penale - l'art. 633 - che punisce "chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli"; il reato è aggravato, ed è procedibile d'ufficio, se è commesso da più di dieci persone. Un altro articolo dello stesso codice - l'art. 635 - punisce "chiunque distrugge (…) o rende in tutto o in parte inservibili cose mobili o immobili altrui", con l'aggravante del fatto commesso su cose esistenti in uffici pubblici. Esiste, infine, l'art. 625 del codice penale, che sanziona il furto. Al paziente lettore, che si chiederà la ragione di quest'elenco di norme penali, domando se per caso ha notizia che siano state abrogate: è un dubbio che mi assale ogni anno quando, dopo l'apertura della fiera del Presepe e prima di Natale, qualche bravo e democratico figliolo si esercita nell'arte dell' occupazione scolastica. O certo, si dirà che la questione non può risolversi nei termini polizieschi del codice penale, che ben altri sono i problemi, che è necessario approfondire il disagio giovanile, che… basta così, o andiamo avanti nel sociologismo a buon mercato?

E' difficile convincersi che se si parcheggia l'autovettura senza l'apposito tagliando si è certi di ricevere una contravvenzione coi controfiocchi (ed è giusto che sia così: è inutile fissare un precetto se alla sua inosservanza non segue la sanzione); se invece si forza il cancello per entrare in una scuola di Stato, si occupano locali nei quali si svolge un servizio pubblico, si impedisce lo svolgimento delle lezioni, costringendo alunni e docenti a restare fuori, si distruggono beni presenti nella scuola, e magari ci si porta a casa qualche ricordino, tutto ciò rappresenta di fatto un esercizio di libertà che probabilmente concorre a costituire il credito formativo.

Per essere ancora più chiaro; da qualche giorno a Lecce le occupazioni erano nell'aria: le voci giravano fra gli studenti, professori e presidi ne erano informati, i mass media locali le avevano preannunciate. Possibile che a nessuno di coloro a cui compete la sicurezza del territorio sia venuto in meno di realizzare la dovuta prevenzione, per impedire la consumazione dei reati prima elencati? Sento le obiezioni: con i problemi di ordine pubblico di questa zona, adesso dobbiamo pure controllare tutte le scuole di Lecce? Mi permetto di replicare: Lecce non è una straordinaria metropoli, e le scuole oggi occupate sono soltanto una parte delle scuole medie superiori della città; il che significa che il controllo preventivo era tutt'altro che impossibile. Aggiungo: ora che la frittata è fatta, per quanto tempo la si farà cuocere? In altri termini: chi per legge ha l'obbligo giuridico di impedire gli illeciti o di interromperli quando la loro consumazione è in corso interverrà per sgombrare le scuole? E i responsabili dei danni pagheranno? Per "danni" intendo sia le strutture interne agli istituti, che sono state distrutte o sottratte, sia il costo di giorni di lezioni che non si sono potute tenere. Ci sarà qualcuno - dal ministero della Pubblica istruzione alla presidenza di questo o di quell'istituto - che avvierà azioni civili per il risarcimento?

Ma come si fa? Si tratta di minorenni! Posto che il codice penale si applica anche a coloro che hanno compiuto 14 anni - cambia il giudice, ma non c'è esclusione di responsabilità -, per i danni materiali e patrimoniali possono e devono essere chiamati a rispondere coloro che esercitano la potestà sui minori, e cioè i genitori: anche se sono genitori democratici e ritengono le occupazioni un'esperienza interessante e formativa. A costo di apparire più reazionario di quanto non sia già, mi chiedo - di fronte alle prevedibili obiezioni - che cosa distingue l'occupazione di un edificio scolastico e la distruzione di beni in esso contenuti dall'occupazione e conseguente distruzione di un altro edificio pubblico: una caserma, un palazzo di giustizia, un municipio… Me lo chiedo, perché non ho dubbi che l'occupazione di immobili come quelli appena menzionati provocherebbe l'immediato intervento delle forze dell'ordine, lo sgombero e l'individuazione dei responsabili; e perché non avviene lo stesso per le scuole?

Ma si tratta di ragazzi… No! Si tratta di futuri cittadini ai quali in tutte le scuole si impartiscono, fra l'altro, lezioni di educazione civica, ma soprattutto si propinano corsi di "educazione alla legalità", spesso tenuti dai rappresentanti delle istituzioni che oggi restano fermi di fronte alle occupazioni. E' il caso di ricordare che la legalità si ricava dai comportamenti e non dalle belle parole? e che anzi, quando queste contrastano con quelli, entrano a buon diritto nella categoria delle chiacchiere?

 

Alfredo Mantovano


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