ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Sicilia
(Sezione: Il fatto         Pag.    3)
Venerdì 24 febbraio 2006

LAURA CAPUTO

 

   

 

 La Fallaci rilancia la sfida su Maometto

«Farò una vignetta». Ciampi nella Sinagoga: conoscersi evita gli scontri. E nella Cdl pace fatta tra Lega e An


 

Roma. Oriana Fallaci finora non si era mai pronunciata sulla guerra delle vignette anti-Islam ma il silenzio durerà ancora per poco. L'irruenta scrittrice toscana sta preparando una vignetta su Maometto, come annunciato da lei stessa, in occasione di una premiazione avvenuta martedì scorso a New York (la regione Toscana le ha infatti conferito una medaglia d'oro). La Fallaci spiega di voler raffigurare Maometto «con le sue nove mogli, fra cui la bambina che sposò a 70 anni, le sedici concubine e una cammella col burqa. La matita, per ora, si è infranta sulla fugura della cammella, ma il prossimo tentativo probabilmente andrà meglio».

E mentre la nota scrittrice prepara le vignette, il capo dello Stato invita al dialogo interreligioso. Carlo Azeglio Ciampi, in occasione della visita al rinnovato museo ebraico della Sinagoga, lancia un appello al rispetto reciproco fra religioni: «I popoli, le culture, le religioni devono dialogare tra loro per conseguire il bene comune degli uomini. Perchè ci sia dialogo - insiste il presidente della Repubblica - sono necessari la vicendevole conoscenza, il rispetto reciproco, l'accettazione dell'altro».

«Conoscere - afferma Ciampi - è il primo passo per raggiungere questo obiettivo e il Museo ebraico di Roma può essere un importante punto di riferimento su questo difficile percorso». Anche il vicepremier Gianfranco Fini subito dopo lo «show» di Calderoli e le conseguenti dimissioni del ministro leghista si era recato in un luogo di culto, scelto non a caso, la moschea di Roma. Un gesto simbolico che il vicepremier ha voluto compiere anche per stemperare il clima di tensione con la comunità islamica.

Nel frattempo lo strappo tra An e Lega nato sulla scia delle polemiche seguite al «caso Calderoli» sembra essere ricucito. Il premier Silvio Berlusconi esclude strascichi dello scontro tra Fini e Castelli. «C'è un rapporto molto cordiale tra tutti. In Consiglio dei ministri hanno scherzato, da come si sono comportati oggi (ieri per chi legge, ndr) non mi risultano problemi», taglia corto il premier che sottolinea come dai sondaggi sia emerso che il «caso Calderoli» non ha danneggiato la Cdl. Ma la conferma che le tensioni sarebbero rientrare arriva direttamente da due esponenti del Carrroccio. Roberto Castelli fa sapere di aver parlato con il leader di An. «Sì, sì, con Fini tutto bene. C'è stato un chiarimento, tutto bene ma intendiamoci, non abbiamo fatto nessuna marcia indietro», afferma il ministro della Giustizia. E Roberto Maroni, che conferma il chiarimento tra i due, dice di non conoscere i contenuti del colloquio: «Fini e Castelli si sono parlati, uno stava uscendo e l'altro entrando in Consiglio dei ministri». Dal presidente del Senato Pera arriva l'ennesimo appello in difesa dei valori occidentali. E lo fa con un «manifesto» presentato ufficialmente in una conferenza stampa. «L'Occidente è vita. E' civiltà. L'Occidente è libertà». Di fronte agli avvenimenti in Libia il presidente del Senato afferma di di non pensare che l'Italia si sia scusata troppo. Resta il fatto, secondo Pera, che quanto è avvenuto a Bengasi non può essere attribuito alla maglietta di Calderoli o alle vignette, perchè «il fondamentalismo si stava solo preparando».

Sul fronte dell'opposizione Pino Sgobio (Pdci) commenta il «manifesto per l'Occidente» presentato dal presidente del Senato. Più che un appello all'Occidente, secondo Sgobio, «è un vero e proprio j'accuse nei confronti della cultura laica e progressista». Condivide l'appello di Pera Alfredo Mantovano (An) secondo il quale «è la necessaria piattaforma di partenza» e «sintetizza una visione del mondo che ci distingue nettamente dalla sinistra». Ma sulla crisi tra Occidente e mondo arabo la linea di Berlusconi è quella emersa nella lunga intervista rilasciata ad Aljazeera: «Non c'è altra via alla comprensione e alla reciproca tolleranza, anzi al reciproco rispetto, che è qualcosa di più della tolleranza». Scontro di civiltà? «Mi vengono i brividi».


    

 

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