ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Pag. ) |
Giovedì 18 Maggio 2006 |
di ORAZIO PETROSILLO
La Chiesa apprezza la presenza di fedeli nei ministeri chiave Famiglia, Scuola, Sanità. La Turco preferita alla Bindi
«Bene i ministri cattolici, non Bertinotti»
ROMA - Piuttosto che dire «qualcosa di sinistra», Bertinotti «oscura proprio la famiglia» nel nome delle «ideologie radicali». All’indomani delle critiche in tv di Bertinotti al Papa sulle unioni di fatto, la replica polemica dell’Agenzia Sir, promossa dalla Cei, dichiara che le sue tesi oscurano proprio un’istituzione come la famiglia «tra le più care al popolo di sinistra». E ciò in nome di una «modernizzazione» sulla base dell’ideologia borghese, tipica dei radicali. E questo viene segnalato con più severità della critica, pur rivoltagli, di «pretendere di dare lezioni al Papa». La nota contrappone «l’equilibrato messaggio di insediamento del presidente della Repubblica» con le dichiarazioni di Bertinotti a ”Porta a porta”. Lo stesso Capo dello Stato aveva evidenziato come la famiglia è «una delle istituzioni più care, anche al popolo della sinistra»: «E’ la famiglia che si occupa di quei temi (giustizia, eguaglianza, educazione, assistenza, futuro, cura dei deboli, lavoro, casa) che tradizionalmente da sempre sono nelle corde della sinistra». L’amara considerazione del Sir è che «anche la sinistra più pura sacrifica la famiglia alla modernizzazione, alle ideologie radicali». Invece, prosegue la nota, «l’ideologia della modernizzazione è schermo fallace» e i Pacs «oscurano il ruolo sociale della famiglia e contribuiscono a destabilizzarla, con gravissimi costi sociali, oggi e in prospettiva futura». «Un futuro da costruire non con le lenti dell’ideologia», chiude il Sir. Per Avvenire , quello di Bertinotti «non è un bell’inizio». I Pacs possono piacere «a certo individualismo radicale e laico», ma «sostenere che sono una ricchezza per la famiglia e che il Papa non capisce, sembra davvero eccessivo». Interrogato durante la conferenza stampa sul prossimo Convegno ecclesiale di Verona, il cardinale Dionigi Tettamanzi di Milano, ha dichiarato di non conoscre le affermazioni di Bertinotti, ma ha esposto un criterio generale chiaramente ”mirato”: «Bisogna procedere con grande equilibrio, con saggezza e con umiltà; interessano i contenuti ma anche il modo». Molti i commenti critici di esponenti del Polo da Ronconi a Volonté, da Mantovano a Pedrizzi. Dall’Unione, la critica della senatrice Binetti per la quale Bertinotti era «in vacanza istituzionale». Sulla composizione del governo Prodi non ci sarà nessun commento della Cei. In modo confidenziale si registra la soddisfazione per la presenza di cattolici nei dicasteri-chiave per i temi etici dell’Istruzione con Beppe Fioroni, della Salute con Livia Turco, della Famiglia con Rosy Bindi. E’ opinione comune che Prodi e Rutelli abbiano avuto parecchi contatti con personalità della Chiesa: dal cardinale Silvestrini ai vescovi Paglia e Fisichella. Fioroni è considerato un gran pontiere. La Ds Turco, a parte la distanza di posizioni sulla 194, può dare maggiore affidabilità della stessa Bindi, «cattolica adulta» come direbbe Prodi. Consensi pure per Mastella alla Giustizia per le sue capacità di mediazione e buon senso. Da D’Alema agli esteri, la Chiesa non s’aspetta posizioni favorevoli alle «radici cristiane» ma una collaborazione concreta per la cooperazione, come fu per il Giubileo grazie al sottosegretario Minniti.
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