ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO | 6 aprile 2002 |
DISCUSSIONI IN... FAMIGLIA
Non è tenero Bossi quando parla della legge sull'immigrazione, quella che vuole vedere approvata, così com'è, prima delle elezioni amministrative. Corre meno Rocco Buttiglione, che ieri ha preso la parola qualche minuto prima del leader della Lega. Impossibile «frenare» dal palco del congresso, il piede sulla frizione Buttiglione prova a pigiarlo al termine dell'intervento del focoso alleato: «Sono d'accordo con lui quando dice che bisogna fare presto, ma è necessario fare anche bene. Questo significa che dobbiamo tenere conto dei principi di umanità e di rispetto della persona. Le modifiche finora apportate vanno in questa direzione, ma ci sono altre questioni che inevitabilmente emergeranno e che dovranno essere discusse». Il ministro cita come esempio il problema dell'emersione del lavoro nero e ricorda «che bisognerà parlare degli extracomunitari». Drastico invece Alfredo Mantovano, sottosegretario con delega sull'immigrazione: «Quella legge va cambiata o quantomeno ritoccata. Al Senato - spiega - sono stati commessi errori tecnici, non abbiamo precisato alcune cose». Lo stop definitivo arriva così da un esponente di An, mentre i malesseri centristi riecheggiano da Firenze, dove il capogruppo alla Camera del Ccd, Gianluca Volontè, se la prende prima con Bossi e poi con Sirchia: «Andando avanti di questo passo alla Lega non resta che attaccare Kofi Annan e Dio». Poi Volontè ricorda le critiche «all'ex ministro Ruggiero, alla Cei, ai sindacati, al presidente della Repubblica». Molto fuoco e poco «arrosto»? «I fatti vanno fortunatamente nel senso contrario, visto che la Lega ha poi firmato con noi la mozione sulla droga, ha condiviso la battaglia contro la pedofilia e verranno con noi - spera Volontè - nella battaglia sulla fecondazione assistita». Ma Bossi a volte «contagia», tanto che il capogruppo del Ccd se la prende col ministro della Sanità, Girolamo Sirchia: «Il suo comportamento - dice - è scandaloso, visto che non ha presentato il piano sanitario ai gruppi della maggioranza». La polemica nasce da una sorta di lesa maestà, «perché il primo a parlarne - spiega l'esponente del Ccd - è stato il responsabile di Forza Italia. Significa che Sirchia ha inviato a lui un documento che non ha ancora fatto avere al Parlamento». La Cdl sarà infrangibile, come Berlusconi assicura a Bologna, ma non sembra indenne da movimenti tellurici, quelli che Marco Follini tenta di esorcizzare nel saluto all'assise bolognese: «Siamo una coalizione pluralista, non certo litigiosa e divisa come l'Ulivo». Il centrodestra, per il leader della Vela, non ha rendite da salvaguardare, tanto da potere «esplorare le vie del progresso - dice - come un tempo faceva la sinistra». Parole rassicuranti, ma chissà se convincono il ministro Carlo Giovanardi, seduto in prima fila e che ieri si è beccato una reprimenda bossiana: «Ti vorrei mandare in Germania, dove una legge che sta per essere approvata impone finanche un esame del sangue agli immigrati per verificare se hanno l'Aids», dice il leader della Lega. Giovardi accenna un democristiano sorriso di cirostanza, mentre l'Umberto un po' sembra divertirsi a fare aumentare i succhi gastrici agli esponenti centristi.
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