ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su La Padania
(Sezione:        Pag.     )
sabato 14 maggio 2005

 

referendum, acque agitate in an

  

 «Hai tradito la legge 40»: Fini nell’occhio del ciclone


 

Gianfranco Fini ancora al centro delle polemiche, e dei pettegolezzi, dopo la dichiarazione di voto al referendum sulla procreazione artificiale: una posizione che, stando al gossip parlamentare, sarebbe dovuta più all’amicizia con il ministro Stefania Prestigiacomo che all’influenza delle case farmaceutiche. Sta di fatto che il capo di An ha raccolto critiche anche all’interno del suo partito, dove a molti è tornata in mente la scelta a favore del voto agli extracomunitari come antefatto al nuovo convergere sulle posizioni della sinistra in materia di sperimentazione embrionale. Per molti, un autentico voltafaccia, dopo che An aveva votato con la maggioranza per far passare in Parlamento la legge 40 che promuove la ricerca scientifica tutelando al tempo stesso la salute della donna e, per quanto possibile, la dignità della vita allo stadio embrionale. E che fissa alcuni paletti, impedendo derive contronatura come la “fecondazione” di coppie omosessuali e il triste fenomeno delle “mamme nonne”. Limiti che non piacciono al permissivismo di sinistra ed evidentemente neppure a Gianfranco Fini, mentre la Lega ha affermato la necessità di difendere questi valori di civiltà garantiti dalla legge 40, invitando i padani a non andare a votare e affossare con l’astensione il referendum abrogativo.

Così Mario Borghezio, eurodeputato leghista, ha sottolineato che, dopo la presa di posizione di Gianfranco Fini favorevole a tre dei quattro referendum sulla fecondazione artificiale, la Lega è rimasta la sola forza a difendere i valori tradizionali della destra, che sono radicati sia al Sud che al Nord. Secondo Borghezio, le recenti prese di posizione dell’ onorevole Fini sulla delicata materia dei referendum pongono, di fatto, il leader di An fuori dal solco del tradizionalismo popolare di cui la destra italiana è stata portatrice». «La Lega Nord, dunque, si configura ormai - prosegue Borghezio - come l’unica forza coesa nel sostegno coerente alle posizioni di strenuo sostegno della dottrina sociale e dell’ etica cattolica e della difesa della nostra società dai gravi pericoli dell’islamizzazione, del relativismo ideologico e dai non-valori del mondialismo. Siamo quindi rimasti, nella coalizione, come i soli duri e puri che garantiscono fermezza nell’adesione ai valori tradizionali del nostro popolo, fortunatamente - conclude Borghezio - ancora forti e radicati tanto al Sud quanto al Nord»

Critiche a Fini anche da Maurizio Gasparri perchè «la decisione di lasciare libertà di coscienza agli elettori è arrivata quasi per inerzia, senza un dibattito adeguato...». Scelta che il ministro di An, che ha dichiarato il suo astensionismo, non condivide. «Fini ha rinnegato tutto», gli fa eco Gaetano Rebecchini, responsabile della Consulta etica di Alleanza nazionale, mentre il sottosegretario Alfredo Mantovano, sempre di An, conclude sconsolato che «con il suo relativismo Fini non sarà mai un leader».

La posizione assunta dal vicepremier sul referendum contro la legge sulla procreazione assistita fa addirittura inorridire Sforza Ruspoli. «Gianfranco Fini - ha affermato il principe in un comunicato - con quella dichiarazione di voto si è di fatto schierato con la componente anticlericale e con i principi che informano la massoneria. Il mondo di destra non lo seguirà». Altra polemica all’ordine del giorno è quella innescata dal duro attacco dei radicali al direttore di Avvenire, Dino Boffo, colpevole di esprimersi da cattolico sulla procreazione artificiale. Il comitato parlamentare trasversale “Non votare” critica l’attacco del segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, contro Boffo, definito espressione di “prove tecniche di censura”. «Non c'è limite all’intolleranza, alla menzogna e alla congiura del silenzio nei confronti di chiunque voglia sostenere le ragioni del non voto» affermano i parlamentari esponenti del comitato a cui appartiene anche Francesca Martini, deputato della Lega Nord. Per questi parlamentari, «è significativo l’atteggiamento violento di Capezzone nei confronti del direttore del quotidiano L'Avvenire: l’ennesima prova del tentativo in atto, da parte di certi ambienti, per tappare la bocca a coloro i quali, cattolici e laici, vogliono difendere la legge 40 in quanto legge per la vita, per la famiglia e per la scienza. Per cui è indispensabile non andare a votare». L’editoriale di Boffo denuncia invece, prosegue il comunicato, «quanti trucchi e quante menzogne si possono inventare per sostenere un sì senza ragioni». I parlamentari esprimono quindi «tutta la nostra assoluta solidarietà al direttore de L’Avvenire e a quei quotidiani italiani che con equilibrio danno spazio a tutte le posizioni in campo».


    

 

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