ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su La Padania (Sezione: Pag. ) |
giovedì 24 novembre 2005 |
ZINGARA ARRESTATA A BARI DAI CARABINIERI Chiedeva l’elemosina in centro con la figlia assiderata in braccio
É nata solo il 15 ottobre ma l’altra sera era in braccio alla madre, al freddo e sotto una pioggia battente, per le strade di Bari mentre la donna chiedeva l’elemosina agli angoli delle strade e ai semafori. Tutti in città l’hanno notata e in molti hanno chiamato i carabinieri che arrivati sul posto hanno arrestato una rom di 20 anni per abbandono di minore. I militari del Nucleo Radiomobile si sono subito accorti che la piccola era cianotica, aveva difficoltà di respirazione e sintomi di raffreddamento. Ricoverata all’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII, alla bimba è stato diagnosticato un principio di assideramento. Alla madre sono stati concessi gli arresti ospedalieri per consentirle di allattare la figlioletta della quale si occuperà il Tribunale dei Minorenni. La donna ha anche spiegato di essere sposata e di avere altri due figli che però non vivono con lei nel campo nomadi allestito nella località San Giorgio. Da tempo il comando provinciale dei carabinieri, secondo quanto è stato reso noto, aveva disposto controlli lungo le principali arterie della città per contrastare lo sfruttamento dei minorenni che sono spesso impiegati dai rom nell’accattonaggio. Negli ultimi giorni, con il peggioramento delle condizioni meteorologiche i controlli si sono intensificati. Ma a Bari la presenza dei Rom non è l’unico problema. Si fa sempre più accesa la querelle sul Cpt di prossima apertura. «L’imminente apertura del centro di permanenza temporanea del San Paolo di Bari ha incontrato l’opposizione del presidente Vendola e la contrarietà del sindaco Emiliano che ha ribadito la propria posizione con argomentazioni poco attente alla complessiva realtà del fenomeno delle migrazioni, alimentando altresì una polemica politica fuori luogo al fine di eludere la sostanza del problema», ha detto il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano secondo il quale «governare l’immigrazione comporta una retta integrazione della componente regolare ed una altrettanto efficace gestione del problema della clandestinità». Per questo, secondo Mantovano «è necessario che il lavoro del Governo e del Parlamento non incontri così frequenti ostacoli da parte degli enti locali». «Chi entra clandestinamente in Italia, a meno che non abbia i requisiti per l’asilo o non vi siano fondati motivi umanitari, va espulso. - ha ribadito il sottosegretario - Per fare questo è indispensabile accertare l’identità del clandestino, perchè sia certa la provenienza dell’interessato e lo Stato di provenienza non rifiuti la riammissione. Questi accertamenti richiedono del tempo, durante il quale chi è entrato clandestinamente deve essere posto nelle condizioni di non dileguarsi. Il che spiega l’esigenza dei centri di permanenza temporanea i quali, senza avere le caratteristiche di un istituto di pena, tuttavia impediscono al clandestino di fuggire mentre sono in corso gli approfondimenti che lo riguardano». «I Cpt e l’intero sistema delle espulsioni, è bene ricordarlo agli amministratori di centrosinistra - ha aggiunto Mantovano - sono stati istituiti dalla legge Turco-Napolitano, confermata sul punto dalla Bossi-Fini.
I no-global qualificano i centri in termini di lager e li individuano come obiettivi di manifestazioni di protesta, che spesso non sono pacifiche. Se si contestano i Cpt in sè considerati, si deve logicamente concludere che coloro i quali, al di fuori dei confini europei, desiderano entrare in Italia, possono farlo liberamente, senza rispettare alcuna regola, e senza limiti riguardanti le condizioni soggettive dell’extracomunitario (disponibilità a lavorare, precedenti penali, pericolosità), con la conseguenza che nessun clandestino va espulso». «Da ultimo - ha concluso - è opportuno ricordare agli europeisti a corrente alternata che i Cpt sono previsti non solo in Italia ma in tutta l’Unione Europea, per cui impedirne l’apertura nel nostro Paese significherebbe porci fuori dal sistema di Schengen».
La donna è stata accusata di abbandono di minore. La piccola, di un mese, è stata affidata al Tribunale
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