ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Padania
(Sezione:        Pag.     )
domenica 24 luglio 2005

Simone Boiocchi

 

  

 An, Fini di nuovo in discussione

Grandi manovre dei colonnelli in vista della direzione nazionale del partito il 28 luglio


 

Per Alleanza Nazionale il 28 luglio sarà un giorno particolarmente importante. Per quella data infatti è prevista la direzione nazionale del partito e in questi giorni si stanno prefigurando scenari differenti. Infatti, se non ci sarà un accordo tra i colonnelli e Fini, si andrà probabilmente alla conta su diversi documenti, ovviamente con differenti contenuti. Se questo dovesse avvenire il Presidente di An si troverebbe in grande difficoltà o comunque si troverebbe con un partito diviso in due. A quel punto c’è chi addirittura ipotizza che possa venire richiesto un congresso straordinario in luogo dell’assemblea programmatica prevista per il mese di ottobre.

Naturalmente un’ipotesi di questo tipo viene fortemente definita irrealizzabile da parte dei più stretti amici di Fini che invece propongono a gran voce che si prosegua con il progetto del partito unico. Essi infatti sostengono che la campagna elettorale è in pratica già cominciata e quindi fare un congresso o dimostrare all’opinione pubblica che il partito è spaccato non gioverebbe certamente.

Ma ormai la spaccatura sembra consolidata. La Russa infatti non sarà più disponibile a mediare, come fece il 2 luglio, soprattutto a seguito degli ultimi provvedimenti presi da Fini e definiti da La Russa un eccesso di legittima difesa.

Intanto anche ieri la corrente di An, Destra Sociale, riunita ad Orvieto, ha attaccato Fini. Teodoro Buontempo ha definito «non nobili e non belle» le vicende degli ultimi giorni e la scelta del leader di «decapitare con un colpo d’accetta tutta la classe dirigente perchè non era all’altezza». «Se così fosse - ha urlato dal palco - non doveva essere nominata». «Non si può - ha detto ancora Buontempo- parlare di democrazia nel paese, senza rispettare le regole della democrazia in casa propria, dove per mesi e mesi non sono stati riuniti gli organi, anche di fronte a questioni politiche importanti». Per Buontempo il partito unitario potrà essere forse oggetto di dibattito, «ma prima di ogni scelta dovrà esserci un congresso di Alleanza Nazionale». Critico nei confronti di Buontempo il senatore Michele Bonatesta, «Buontempo parli per sè quando fa riferimento ai politici che sperano di ottenere vantaggi utilizzando il partito (o, per meglio dire, le componenti) come un bancomat e che fanno i rivoluzionari nelle stanze chiuse. Perchè, tra l’altro, dimostra di essere poco attento a quanto accade sul territorio». «La reazione scomposta e fuori dai denti di Buontempo, in linea con i toni e i contenuti del suo intervento ad Orvieto - precisa Buonatesta - è tipica di chi, come lui stesso ha ammesso, si sente penalizzato in quella che è stata la sua carriera politica, e allora vomita livore contro chi, a torto o a ragione, ritiene responsabile di tale penalizzazione. Da me non merita più attenzione di quella che gli ho dato ad Orvieto quando ho deciso di andarmene. Ora, piuttosto, mi interessa di conoscere qual è il giudizio di Alemanno, e quindi la sua posizione, sul Buontempo-pensiero». Alfredo Mantovano ha invece invitato a guardare al partito unitario della Cdl «con coraggio, razionalità e senza pregiudizi negativi». «In questi anni - ha spiegato - non ho mai partecipato ad incontri di corrente. Ma negli ultimi mesi mi è capitato di condividere battaglia ed obiettivi con la destra sociale e vorrei che tutto questo continuasse cogliendo fino in fondo le sfide e le nuove opportunità».

«Temo che il partito unico possa essere ineluttabile, ma non a breve scadenza» ha detto nel suo intervento a Orvieto il vicesindaco di Catania, Nello Musumeci, prendendo la parola a proposito del dibattito sulla nascita di una casa comune del centrodestra. «Abbiamo il dovere -ha aggiunto- di avviare un processo lento che coinvolga la base e difenda la nostra identità. Il problema è dire come ci si deve arrivare al partito unico». Musumeci ha anche spiegato una nuova scelta politica: «Nei giorni scorsi sono andato dal notaio e ho costituito Alleanza siciliana, movimento politico e culturale che si propone di difendere l’identità e la specificità della Sicilia e la piena applicazione dello statuto autonomistico contro l’arroganza, la partitocrazia e il centralismo romano». «Potrebbe essere un fenomeno regionalistico - ha spiegato - ma comunque sempre ancorato al centrodestra».

Secondo, Carmelo Briguglio, ex capo della segreteria politica di An, «prima di fare i conti con il soggetto unitario conviene farli con il nostro partito e rilanciare An». «Inoltre -ha aggiunto - vorrei richiamare Alemanno e Storace alla consapevolezza forse non vissuta fino in fondo di impersonare un frammento importante di questa storia, che non si può cancellare in un giorno per confluire in un contenitore di centro o di centrodestra».

A detta del senatore Riccardo Pedrizzi, occorre «Ragionare e ripartire, appunto. Perchè la Destra, la Destra cattolica, sociale e nazionale, la Destra vera, insomma, non solo non deve essere mandata in soffitta, ma deve contare e incidere sempre di più. Anche e soprattutto se si arriverà al partito unico o unitario del Centrodestra».

Una serie di prese di posizione che testimoniano come in questi giorni Alleanza Nazionale sia un movimento in grande fermento che si sta preparando alla direzione nazionale del partito del 28 luglio con un’attenzione senza precedenti. Mai, dalla storica assise di Fiuggi ad oggi, An si è ritrovata con tante divisioni interne e mai, come in questo momento, è stata messa in discussione la leadership di Fini. Queste divisioni, che probabilmente in ultima analisi non sono altro che lotte per il potere, testimoniano come il partito si stia allontanando dai propri elettori.


    

 

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