ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su La Provincia (di Como) (Sezione: Economia Pag. 7 ) |
Martedì 25 Febbraio 2003 |
Arianna Augustoni Il business / Sempre più imprenditrici si affacciano alla rete per un’occupazione: chi vende prodotti chi garantisce consulenza La new economy dà lavoro a 1.900 donne
COMO Sempre più donne «cadono nella Rete». Nella sola provincia di Como, a fianco delle oltre 6mila neo imprese della old economy, sono 1.900 le imprenditrici che dirigono un’attività nel settore della new technology: offrono on line servizi destinati all’infanzia, suggeriscono ricette gastronomiche, daanno consigli su cinema, teatro e benessere, ma garantiscono anche consulenze nell’ambito della finanza, degli investimenti, si occupano di economia. C’è perfino chi ha voluto creare un sito dedicato ai bambini offrendo consulenze di carattere psicologico e pedagogico oppure ha preferito mettere a disposizione la propria esperienza per servizi più «leggeri» come un’offerta di idee per organizzare giochi di società, proposte per le vacanza e tutto quanto può calzare per bambini da 2 a 12 anni. Ma non è tutto: sono molte le manager che hanno anche fatto di Internet un vero e proprio strumento privilegiato di business. Vere e proprie aziende che vendono ed acquistano solo sul web. A fine 2002 erano 41.934 le aziende lombarde gestite da donne impegnate nel settore della new technology. Primeggia Milano con 26.307 unità, seguita da Brescia (3.503) e Varese (2.624). Segnali confortanti anche dalle altre province lombarde: Bergamo chiude l’anno con 2.649, Como con 1.900, Pavia 1.349, Lecco 1.027, Mantova 881, Cremona 816, Lodi 529 e Sondrio 386. Internet sta quindi cambiando il modo di fare impresa anche nel panorama femminile, che si tratti di imprenditrici affezionate alla old economy o entusiaste fans della net economy. Un dato è certo: le nuove tecnologie di comunicazione stanno profondamente incidendo sul mondo produttivo al femminile e, la conquista del mercato, non può prescindere da una approfondita conoscenza di questi nuovi strumenti di competizione. E questo fenonemo sarà proprio uno dei temi centrali che a «Lariofiere» il mondo dell’imprenditoria femminile discuterà in occasione, dal 7 al 9 marzo 2003, della rassegna «I Mestieri delle donne. Viaggio intorno al lavoro e alla creatività femminile, mostra mercato, eventi, incontri laboratori». La mostra è organizzata dalle Cna di Como e di Lecco attraverso il Comitato Impresa Donna, con il contributo della Regione Lombardia e di Unioncamere Lombardia e il patrocinio del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Como. Continuando ad analizzare i dati raccolti dalle banche dati di Infocamere, a fine 2002 le donne che hanno deciso di fare impresa sono state oltre 422.700 ed hanno coinvolto tutti gli undici capoluoghi. Si è imposto prepotentemente anche il settore immobiliare, fino a qualche anno fa attività destinata agli uomini. A Como sono 1.064 le attività connesse al mercato del mattone gestite da donne, contro le 9.857 che hanno come intestatario un uomo. Sprofondano invece le iscrizioni legate ai servizi domestici presso famiglie: le imprese iscritte, gestite da sole donne, non superano infatti le 20 posizioni a livello regionale. Arianna Augustoni il dato Lavoro nero Nell' ambito del lavoro nero le donne sono le «più deboli», quelle che pagano il prezzo più alto per la mancanza di regole, ma è anche vero che negli ultimi tempi sono stati approvati diversi provvedimenti per favorire l'emersione dal «nero»: è quanto ha affermato il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano: «Se è vero - ha detto - che nell'ambito del lavoro nero le donne sono più deboli, è pur vero che ci sono delle opportunità che sono state offerte in questi ultimi mesi per una seria emersione dal lavoro nero, non soltanto nei confronti del lavoro femminile, ma del lavoro in senso lato».
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