No global, tregua finita: «Stranieri ghettizzati»
IMPERIA
LECCE — Mentre gli undici ministri degli Interni dell'Europa balcanica erano riuniti per il vertice, alcune migliaia di «disobbedienti» hanno sfilato a Lecce paralizzando la città. Secondo gli organizzatori del corteo erano cinquemila, a detta della questura invece tremila: di fatto, la manifestazione (nella foto) è stata il primo appuntamento No global dopo il Social Forum di Firenze.
Tensione e «strappo»
C'è stata tensione, soprattutto quando i manifestanti hanno lambito la «zona rossa», il castello Carlo V, dov'era in corso la riunione. Un gruppetto di anarchici ha cominciato a inveire e a lanciare uova e ortaggi verso i poliziotti, che però non hanno risposto alle provocazioni. La tensione è così svanita dopo pochi minuti.
Alla fine, dopo non essere riuscita a valicare la «zona rossa», una delegazione del Social Forum ha rifiutato l'incontro con il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, che si sarebbe dovuto svolgere per strada. I rappresentanti del movimento hanno consegnato al vertice dei ministri una lettera: «Migrare non è un fatto eccezionale — si legge nel documento — e occorre assicurare l'imprenscidibile tutela deidirittifondamentali dei migranti».
Le proposte del Social Forum?
«Chiusura immediata dei centri di permanenza temporanea, ripristino dell'istituto della sponsorizzazione, rifiuto di qualsiasiaccordo di riammissione con i Paesi che violano idiritti fondamentali dell'uomo, ricorso all'espulsione solo come extrema ratio».
Poi, un gruppo di una cinquantina di «disobbedienti» ha occupato i binari della stazione in segno di solidarietà con gli operai della «Gum», licenziati qualche settimana fa. «Dai binari di Lecce — ha detto Francesco Caruso,leader della Rete No global napoletana — arriva un messaggio di mobilitazione: venerdì saremo negli stabilimenti Fiat di Melfi e di Pomigliano d'Arco, mentre la settimana prossima saremo a Termini Imerese. Faremo azioni di disobbedienza e iniziative concrete. Noi non siamo come Nanni Moretti — ha concluso Caruso — non ci interessa la passerella né farci vedere mentre stringiamo le mani agli operai».
«In democrazia protestare è lecito — ha replicato il ministro Beppe Pisanu —. L'importante è che si manifesti in maniera pacifica».
Guerra agli schiavisti
Il vertice ha fissato il piano d'azione europeo contro i trafficanti di clandestini: vigilanza comune delle frontiere terrestri, pattugliamento congiunto via mare, procedure per la sollecita identificazione ai fini del rimpatrio degli immigrati irregolari, applicazione degli accordi di riammissione e negoziati per la definizione di nuove intese.
«Dal 20 agosto scorso —ha infine sottolineato Pisanu — non è più passato un solo gommone dall'Albania all'Italia».