di Claudia Marin
Bossi parte all'attacco di An
«Il Viminale tradisce la legge»
ROMA — Il caso della «circolare Mantovano» scoppia a quattro giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande per regolarizzare i lavoratori extracomunitari, fissata all'11 novembre.
Vertenza di sei mesi
Aspre polemiche (a cominciare dalla ripetuta sconfessione di Bossi) investono il provvedimento, firmato dal sottosegretario all'Interno di An, che prevede un permesso di soggiorno di sei mesi per gli immigrati che aprono una vertenza contro il datore di lavoro che si rifiuta di metterli in regola.
Dure reazioni arrivano da più parti, e perfino dalla stessa An. Senza mezzi termini l'opposizione della Lega, che chiede l'immediato ritiro della circolare. «E' uscita una circolare del ministero dell'Interno del tutto abusiva e contro la legge — tuona Umberto Bossi — che proroga di sei mesi, con un atto amministrativo, la permanenza dei clandestini, stimolati a denunciare i loro datori di lavoro, al fine di avere altri sei mesi».
Il leader del Carroccio aggiunge, in difesa della Bossi-Fini, che «la legge è legge, e non è ammesso neppure a un ministero o chi per esso agire contro le leggi».
E, in serata, rincara la dose: «Noi siamo contrari perché così si fa il gioco della sinistra. La questione della lotta all'immigrazione clandestina è un fatto politico, non deve passare nelle mani della magistratura, come vorrebbe la sinistra in tutta Europa».
Toni più pacati, ma atteggiamento decisamente critico, nelle repliche giunte anche dall'interno di An. Giampaolo Landi, responsabile del dipartimento demografia e immigrazione, individua diversi punti dolenti del documento del collega di partito Mantovano.
Arriva la precisazione
Anzitutto, non può introdurre «un nuovo istituto quale sarebbe il permesso di soggiorno». Inoltre, la battaglia legale tra lavoratore e datore di lavoro «incide negativamente sulla politica d'integrazione, che ha come presupposto il reciproco rispetto delle parti».
Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, però, rassicura che non ci sarà rottura con la Lega e difende la legalità della circolare Mantovano, «anche se — aggiunge — ha ragione Bossi quando dice che una circolare non può mai superare una legge». Dal Viminale poi arriva la precisazione: «E' un atto tecnico, non un'emanazione del vertice politico del ministero»
Agguerrita Livia Turco dei Ds, la quale denuncia che «non si era mai visto prima un ministro della Repubblica smentire una circolare rigorosamente applicativa di una norma che porta il nome dello stesso ministero».
Raffica di denunce
Immediata, allo stesso modo, la risposta degli immigrati alla contestata circolare. Sarebbero più di 700 — secondo la Cgil — i lavoratori che si sono presentati ieri agli sportelli della Camera del lavoro di Milano per denunciare di essere stati licenziati anziché regolarizzati. «E questa — commenta Antonio Panzeri, segretario della Cgil — è solo la punta dell'iceberg».
Intanto ecco le stime sulle domande presentate, prima dello stop di lunedì. Quota cinquecentomila, di cui il 60% per lavoratori autonomi e il 40% per colf e badanti. Numeri cui, secondo Mantovano, dovrà essere sottratta una cifra tra il 5 e il 10%, corrispondente alle domande respinte perché non in regola.
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