ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su La Repubblica | Giovedì 9 maggio 2002 |
GIOVANNA CASADIO
Immigrati, primi no alla legge ROMA - Avanti adagio e a colpi di maggioranza. La nuova legge Fini- Bossi sull'immigrazione, in discussione nella commissione Affari Costituzionali della Camera, deve superare ostacoli e divisioni nella stessa maggioranza di governo. Ma per evitare l'impasse, ieri è stato deciso, su proposta del presidente di commissione Donato Bruno, di "contingentare" gli emendamenti, ovvero le proposte di modifica. La Casa delle Libertà ieri è stata battuta in commissione Affari Esteri di Montecitorio che ha bocciato quei punti del provvedimento in cui si affronta la questione della cooperazione con i paesi poveri a condizione che fermino i flussi di immigrati. Bloccata inoltre la modifica, presentata dal responsabile esteri di Forza Italia, Dario Rivolta che mirava a ripristinare la figura dello sponsor. "Lo sponsor è un modo per aggirare la nostra legge", così Bossi liquida l'emendamento-Rivolta. E c'è stato bisogno di un vertice di maggioranza con il vice premier Fini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi e il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, per chiarire che si trattava di una proposta "individuale", che non impegnava in alcun modo la maggioranza, anzi Rivolta "per disciplina di gruppo" ha acconsentito poi aritirarel'emendamento dal voto in Commissione Affari Costituzionali. E qui che, prima di passare all'aula lunedì prossimo, la legge a cui il governo Berlusconi affida la stretta sugli immigrati, dovrebbe acquistare coerenza. L'immigrazione, del resto, agitail dibattito politico mentre si discute la legge Bossi-Fini in Parlamento e dopo le affermazioni del leader dell'Ulivo, Francesco Rutelli sull'intransigenza nei confronti dei clandestini. Concetto che Rutelli ribadisce ieri sera nella trasmissione il Fatto di Enzo Biagi. "Confermo la mia intransigenza verso il razzismo e ogni discriminazione, ma anche l'intransigenza con gli illegali delinquenti". Replica indignata del segretario del Pdci, Oliviero Diliberto: "Sciocche e crudeli le affermazioni di Rutelli. La sicurezza è garantita dall'integrazione degli immigrati". Il ministro e leader leghista, Bossi difende a spada tratta la legge. Il sotto segretario Mantovano e il responsabile immigrazione di An, Giampaolo Landi rivendicano l'accordo raggiunto nella maggiora nza sui punti "caldi" dellalegge. "Non si torna indietro sullo sponsor", sottolineano. Il "dissidente" Rivolta dal canto suo spiega il valore tecnico del provvedimento, cioè di consentire l'incontro domanda-offerta sulla base della conoscenza personale tra datore di lavoro e dipendente immigrato. L'emendamento ritirato da Rivolta è stato fatto proprio dall'Ulivo ed è stato bocciato. Come non approvate sono state le proposte di modifica in senso federalista del decreto flussi presentate dalla sinistra. Miravano a un più stretto coinvolgimento delle Regioni. Nulla da fare. Solo in commissione Esteri la Cdl è andata sotto. "Abbiamo bocciato l'impianto della legge", commentaValdo Spini (Ds). Per Gustavo Selva (An): no solo su una parte.
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