ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA | Mercoledì 15 maggio 2002 |
Roberto Zuccolini Immigrati, scontro nel Polo sui permessi ROMA - Ancora una volta la legge sull’immigrazione divide la maggioranza. Ma questa volta, dato che siamo alla vigilia del voto nell’aula di Montecitorio, le cose si complicano per la Casa delle Libertà. Tutto nasce da un emendamento del Ccd Bruno Tabacci che propone di regolarizzare non solo colf e le «badanti» (coloro che assistono anziani e malati), ma anche tutti gli altri extracomunitari che lavorano in nero. Arriva subito lo stop della Lega e, soprattutto, del vicepremier Gianfranco Fini. Ma i centristi del Polo promettono nei prossimi giorni di dare battaglia anche sulla reintroduzione dello sponsor e i ricongiungimenti familiari. Per non parlare delle impronte digitali, proposta che bocciano in modo integrale. Fatto che rende molto alta la «febbre» sull’immigrazione alla Camera, dove già ieri sera c’è stato uno scambio di insulti tra maggioranza e opposizione prima dell’approvazione del decreto legge sulla distruzione delle «carrette del mare» che trasportano gli extracomunitari e il pronunciamento del giudice per le espulsioni amministrative. Il diessino Antonio Soda ha apostrofato Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione, chiamandolo «avvocaticchio». Dai banchi del centrodestra sono partite urla e contestazioni. Bruno Tabacci, che viene dalla Dc «storica», è convinto che la legge ribattezzata Bossi-Fini, sia a maglie troppo strette. E così propone di allargare la regolarizzazione a tutte le categorie di lavoro dipendente. Ma subito incontra il veto di Gianfranco Fini: «L’emendamento di Tabacci solleva molte perplessità nel merito perché si traduce in una sanatoria vera e propria ed è estraneo all’accordo politico raggiunto tra le forze della Casa delle Libertà». Nei giorni scorsi infatti, seppure a fatica, i centristi dell’Udc (Ccd, Cdu e Democrazia Europea) erano riusciti a trovare un compromesso con la Lega: i primi avevano ceduto su sponsor e ricongiungimenti, i secondi avevano accettato che si potesse regolarizzare più di una «badante». Ora invece il discorso viene riaperto. Cosa che fa arrabbiare il capogruppo del Carroccio alla Camera, Alessandro Cè: «Fanno così? E allora diciamo di "no" alle colf perché inizialmente si era parlato solo delle badanti». Risponde dall’altro fronte il capogruppo dell’Udc alla Camera, Luca Volonté: «La Lega è contraria? Faccia quello che vuole. Noi difenderemo comunque quell’emendamento». In altre parole, i centristi porteranno avanti la proposta di Tabacci. Ma fino a che punto? Il leader del Ccd Marco Follini ha fiducia nel «confronto» con le altre forze della maggioranza e non crede che su questo punto si arriverà alla rottura. Ma conferma che per l’Udc le maglie della nuova legge sull’immigrazione sono troppo strette promettendo di dare battaglia su altri temi: «Proporremo la reintroduzione dello sponsor per gli immigrati in cerca di lavoro e l’allargamento dei ricongiungimenti familiari». Per non parlare del «no» deciso all’obbligo delle impronte digitali per gli extracomunitari, che nei giorni scorsi era stato introdotto da un altro emendamento della Casa delle Libertà: «O si prendono anche per gli italiani oppure per nessuno. Se non si ritira la proposta voteremo contro. E comunque, se dovesse passare, l’emendamento sarà bocciato dalla Corte Costituzionale». All’attacco anche l’opposizione. Con il segretario dei Ds Piero Fassino: «Il centro destra sull’immigrazione sa solo evocare angosce e paure». E con il cossuttiano Marco Rizzo: «È il pedaggio che Berlusconi deve pagare ai razzisti della Lega». Ma soprattutto c’è chi pensa di appoggiare i centristi della maggioranza per giungere in Parlamento a più di un voto trasversale. Promettono i Verdi: «Voteremo l’emendamento Tabacci perché si appella al buon senso: in quel modo si sottrarrebbero alla clandestinità migliaia di stranieri».
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