ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL SOLE 24ORE Venerdì 25 gennaio 2002

di Emilia Patta



Immigrati, sanatoria per le colf


La sanatoria ad hoc per colf e "badanti" ci sarà. Un accordo raggiunto ieri a Palazzo Chigi, presenti tra gli altri il vicepremier Fini e i ministri Maroni, Bossi e Giovanardi, ha voluto mettere il punto a quello che era ormai divenuto un pericoloso tormentone all'interno della maggioranza.

Questi i termini dell'intesa: un emendamento del Governo al Ddl Bossi-Fini sull'immigrazione consentirà la regolarizzazione di tutti gli extracomunitari senza permesso di soggiorno che svolgono attività di assistenza a domicilio o fanno le colf e che dimostreranno di disporre di un alloggio e di non avere carichi pendenti con la giustizia (le stime parlano di 150mila-200mila persone); un provvedimento ad hoc sarà inoltre presentato a breve per i flussi di ingresso dei lavoratori stagionali, e non prima di aver ascoltato le associazioni di categoria interessate; la normativa generale sui flussi sarà invece approvata solo dopo il varo del Ddl sull'immigrazione da parte delle Camere.

La regolarizzazione delle colf non sarà comunque a costo zero: si ipotizza infatti il pagamento da parte del datore di lavoro di una quota di contributi pregressi non versati, così come il pagamento da parte del lavoratore da regolarizzare di una parte delle tasse non pagate durante il periodo "in nero". E proprio su questo aspetto si sono appuntate le critiche dell'opposizione: "Nasce una sanatoria con tassa che soltanto i ricchi potranno pagare - è il secco commento della diessina Livia Turco, ex ministro per le Politiche sociali -. Ci chiediamo quante delle persone anziane che talvolta non ce la fanno a vivere con la propria pensione potranno pagare questa vera e propria tangente sulla regolarizzazione".

Ma la "tassazione" sulla sanatoria - chiarisce il sottosegretario agli interno Alfredo Mantovano (An), presente ieri al vertice di Palazzo Chigi - non vuole avere alcun intento punitivo o discriminatorio: il pagamento di contributi e tasse serve innanzitutto a evitare che i clandestini presenti in Italia "diventino improvvisamente tutti colf". "Abbiamo risolto un nodo cruciale, quello dell'estensione del perimetro della regolarizzazione, su cui si era acceso il dibattito nella maggioranza - dice ancora Mantovano -. Non ha prevalso né la linea Fini, né quella Giovanardi o Buttiglione, ma quella del Governo".

Certo si è trattato di un compromesso. Ma non è un caso che i commenti più entusiastici vengono proprio dai centristi della maggioranza, sostenitori della prima ora della necessità di una "casta" regolarizzazione. A cominciare dal ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. "Abbiamo sempre sostenuto il principio che dove c'è il lavoro deve corrispondere un permesso di soggiorno, e oggi (ieri, ndr) il principio è stato rispettato in pieno. Abbiamo raggiunto un ottimo risultato".

E anche sulla questione della regolarizzazione di altre tipologie di immigrati, questione sulla quale il vertice di ieri ha rinviato la discussione, Buttiglione si mostra ottimista: "Non credo che ci saranno problemi. Parleremo di questo tema nell'ambito della normativa sull'emersione del lavoro nero e anche lì vigileremo perché anche per loro valgano gli stessi principi". Se si fanno emergere dal nero tanti lavoratori italiani, perché non fare lo stesso anche con gli immigrati? Una strategia, quella del Ccd-Cdu, confermata dal capogruppo alla Camera Luca Volontè: "Valuteremo con i nostri alleati la possibilità di estendere il provvedimento sull'emersione del sommerso, a determinate condizioni, anche ai lavoratori immigrati. È innanzitutto una questione di buon senso". Sembra profilarsi all'orizzonte un nuovo motivo di frizione in materia di immigrazione, insomma, al di là delle parole di soddisfazione per l'accordo espresse ieri da tutti i componenti della Cdl.

La Lega, intanto, non vuole neanche sentire parlare di sanatoria. "La riunione a Palazzo Chigi, pur regolarizzando la posizione di chi, in determinate condizioni, svolge un lavoro di rilevanza sociale, ha confermato il no alla sanatoria nei confronti dei cittadini extracomunitari entrati illegalmente in Italia", ha precisato Maroni in un comunicato.

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