IL SOTTOSEGRETARIO HA RISPOSTO AL PENTITO CHE PARLAVA DI “KILLERAGGIO ISTITUZIONALE”

Mantovano: Litrico escluso dal programma di protezione perché continuava a delinquere

L'estromissione dal programma di protezione di Matteo Litrico è dovuta alla «consumazione di gravi reati» da parte del collaboratore di giustizia. A precisarlo è il sottosegretario Alfredo Mantovano in relazione alle denunce di collaboratore di giustizia catanese Matteo Litrico circa la decisione della Commissione sui pentiti di revocargli il programma di protezione. «La Commissione che attualmente presiedo – ha spiegato Mantovano – aveva già revocato il programma a Litrico nel '98 su parere della Direzione nazionale antimafia poichè secondo l'attività investigativa svolta all'epoca Litrico risultava coinvolto nella ricettazione dei proventi di furti e rapine». «Nel '99 e nel 2000 la Commissione aveva confermato tale revoca, sempre su parere della Dna, poichè Litrico aveva commesso due rapine in danno di istituti di credito e per questo era stato condannato con sentenza della Corte di appello di Roma dell'8 ottobre '99».

La decisione del Tar del Lazio che aveva accolto la richiesta di sospensiva della revoca, secondo Mantovano «è stata meramente interlocutoria». Mantovano ha precisato inoltre che Litrico non ha mai assunto la qualifica di testimone di giustizia. «La commissione che presiedo, dunque – ha concluso il sottosegretario – aveva pertanto l'obbligo, a cui ha adempiuto, di applicare la legislazione in materia, confermando l' estromissione dal programma di protezione di un soggetto i cui comportamenti, successivi all'ingresso nel programma, sono coincisi con la consumazione di gravi reati». «Più dico la verità, più la mia situazione si aggrava»: ha sostenuto polemicamente Matteo Litrico, quando aveva appreso che gli sarebbe stato revocato il programma di protezione.

Al pentito catanese lo status di collaboratore fu concesso nel '93, revocato nel '98 per presunte violazioni al codice comportamentale dei pentiti (era sospettato di ricettazione), e riassegnato nel dicembre 2001, dopo che era stata accolta la sua richiesta di sospensiva al Tar, come ha sottolineato Mantovano. Litrico ha sostenuto che la sua esclusione dal programma di protezione non è dovuta alla condanna come «basista» di due rapine compiute da pentiti in banche romane, ma perchè ha denunciato alla Commissione bicamerale Antimafia i presunti traffici che Gaspare Mutolo, esponente di spicco della famiglia di Partanna Mondello, starebbe facendo da pentito e soprattutto dopo che ha denunciato un ispettore dello Sco, che in cambio di una presunta protezione della gioielleria di Litrico, a Ostia, avrebbe preteso da lui denaro e gioielli. «Sono vittima di un terrorismo psicologico e di un killeraggio istituzionale, perchè ho alzato il tiro contro i poteri forti» ha affermato Litrico, che ha sporto denunce ai carabinieri contro ex ministri e presidenti della commissione centrale per i pentiti.

Sulla sua vicenda è stata presentata una interrogazione parlamentare dal deputato di An Enzo Fragalà al ministro della giustizia che chiede «i motivi per cui gli è stato revocato il programma di protezione e se ciò non lo esponga a gravi rischi visto che, fino a pochi giorni fa, èstato assunto come testimone in un processo di criminalità mafiosa». Ex imprenditore ed ex assessore comunale a Catania, Litrico ha fatto arrestare degli usurai (nella cui rete era caduto per i debiti procuratigli da un figlio tossicodipendente), malavitosi di importanti famiglie mafiose e anche amministratori della sua città che prendevano tangenti. Durante il programma di protezione, con un prestito accordatogli grazie alla Commissione pentiti, ha aperto una gioielleria a Ostia, sul litorale romano. Ha sempre detto di essere stato costretto a fornire ai due pentiti rapinatori le informazioni sulle banche che aveva perchè correntista nei due istituti.