ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su l'Adige (Sezione: Attualità Pag ) |
Sabato 6 marzo 2004 |
L'Ulivo e alcune comunità terapeutiche contro la legge Fini
Droga, il governo reprime
Varato il progetto Fini
Si scatena la polemica
ROMA – Via la distinzione tra droghe leggere e pesanti. E nessuna dose minima giornaliera consentita, perché l´uso di droghe è, di per sé, punibile. Sono i punti cardine del Ddl Fini, al quale ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera per la seconda volta. Una secondo passaggio, quello per Palazzo Chigi, «che è un atto formale dopo l´esame della conferenza Stato-Regioni, che non ha modificato il testo del Ddl», come ha sottolineato il sottosegretario all´Interno Alfredo Mantovano. Tre i principi ispiratori del disegno di legge voluta dal vicepremier Gianfranco Fini: prevenzione, repressione e recupero. Ed eliminazione del concetto di droga «leggera», perché «la leggerezza semplicemente non esiste. Lo spinello, e in generale i derivati dalla cannabis, che dieci anni fa aveva un principio attivo che non superava l´1,5 per cento, oggi viene reperito anche al 15 per cento e in questo modo moltiplica i suoi effetti devastanti o progressivamente irreversibili sulla psiche e sul fisico». Fino a 500 milligrammi di principi attivi di cocaina, 200 milligrammi di eroina, 0,05 mg per l´ lsd, 200 mg di metadone, 200 mg di morfina e oppio, 250 mg di cannabis: sono alcune delle quantità massime di sostanze stupefacenti che il ddl Fini ammette come detenzione personale, ma che vengono pur sempre punite con sanzioni amministrative. La pena prevista per chi supera la quantità fissata, è la reclusione tra i sei e i venti anni. Le sanzioni amministrative vanno dalla sospensione della patente, del porto d´armi, del passaporto, del permesso di soggiorno e fermo amministrativo del ciclomotore in uso. In presenza di altri indici di pericolosità, o di recidiva, si applicano misure più incisive: obbligo periodico di firma, divieto di condurre veicoli a motore, o divieto di allontanarsi dal comune di residenza. Il ddl prevede la possibilità di entrare in un programma terapeutico presso strutture non solo pubbliche ma anche private. Molte le reazioni al ddl, chi lo avversa critica l´impostazione punitiva, chi lo sostiene lo difende dall´accusa di voler criminalizzare. Per Mantovano, si tratta infatti di testo che non punta a «criminalizzare, ma a prevenire e che darà ottimi risultati. «È un imbroglio - afferma Gloria Buffo (Ds) - dire che eroina è come spinello. Ed è falso dire che oggi non c´è permissivismo». Il verde Paolo Cento annuncia che sarà «battaglia in Parlamento» contro il ddl: «Un progetto teso solo alla repressione indiscriminata di chi fa uso di droghe». Parere contrario anche da un ex promotore di una legge sulla droga, Claudio Martelli: «Si insiste su una strada fondata sull´ignoranza e sulla criminalizzazione, anziché puntare sulla conoscenza e sulla dissuasione». E «non è vero che si cancella il concetto di modica quantità al contrario lo si utilizza per scandire sanzioni amministrative o repressione penale. Si creano le condizioni per una persecuzione di massa». E se Andrea Muccioli della comunità di San Patrignano approva la scelta del governo, Massimo Barra che a Roma dirige la comunità Villa Maraini la critica: «Ogni legge che va verso la decarcerizzazione e la cura dei tossicodipendenti ci vede d´accordo, tutto il resto no. Criminalizzare è il peggior danno». L´eurodeputato radicale Marco Cappato afferma che «la maggioranza assoluta degli italiani ha già battuto, con il referendum radicale del ´93, la linea Craxi-Jervolino-Vassalli. La proposta di Fini, oltre a sfidare ogni ragionevolezza nell´equiparazione tra marijuana ed eroina, rappresenta un aggiornamento di una strategia proibizionista che ha vissuto e sopravvissuto anche a cinque anni di governo del centrosinistra, e che sarebbe destinata, in democrazia, a fare la stessa fine della craxiana guerra alle droghe». l Fini - ha sostenuto - e' a favore degli spacciatori".
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