ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Corriere Adriatico (Sezione: Pag. ) |
Giovedì 9 ottobre 2003 |
M.M. Ma nel partito molti sono contrari. No di Gasparri, Storace e Mussolini An prepara una legge
ROMA - Il coordinatore Ignazio La Russa ha cercato di correre ai ripari per fermare i malumori e le proteste che montavano dentro Alleanza nazionale per la proposta di Fini sul voto agli immigrati. In pochissimo tempo ieri mattina una lettera critica fatta girare tra i deputati di An aveva raccolto una sessantina di adesioni, trasversali alle correnti del partito. L'iniziativa è però in parte rientrata perché La Russa ha convocato un vertice con un gruppo di big del partito a Via della Scrofa per calmare gli animi (numerose, e in tutta Italia, le contestazioni), e tentare di dare copertura all'iniziativa presa, senza consultare nessuno, dal leader. Alla riunione hanno, quindi, preso parte i capigruppo di Camera e Senato Gian Franco Anedda e Domenico Nania, i sottosegretari all'Interno e agli Esteri Alfredo Mantovano e Alfredo Mantica, il responsabile immigrazione Gian Paolo Landi di Chiavenna. La Russa ne è quindi uscito annunciando che il partito istituirà un gruppo di lavoro che preparerà una progetto di legge per consentire "agli extracomunitari, assolutamente in regola con le nostre leggi, e dopo l'ottenimento della carta di soggiorno, cioè dopo sei anni ininterrotti trascorsi in Italia, di votare alle elezioni amministrative". "Non voteremo nessuna legge già in itinere, né tantomeno quelle presentate dalla sinistra", ha precisato il coordinatore di An, assicurando che la severità totale nei confronti dei clandestini e di quanti non rispettano le regole rimane uguale. La Russa ha ammesso che le parole di Fini hanno gettato nello scompiglio il partito ("una forte attenzione anche un po' disordinata"). In effetti gran parte di An è rimasta sconcertata, forse quasi i leghisti, di fronte alla sortita di Fini, sia per il merito che per il metodo. Il ministro Maurizio Gasparri ha detto no chiaro e tondo al diritto di voto amministrativo, aggiungendo che la divergenza di opinioni con Fini "non è un fatto drammatico", ma convinto che "tutta An è contraria, anche chi tace, e anche quelli che dicono di essere a favore". "Noi dobbiamo fare proposte per dare risposte agli italiani, e non alla Conferenza episcopale italiana", ha affermato polemica Alessandra Mussolini. Il governatore del Lazio Francesco Storace ha spiegato di capire bene il valore tattico e anti-Bossi della dichiarazione di Fini, ma di non condividerla. E a suo parere il titolo del Manifesto di ieri "Non ci posso credere", sarebbe dovuto essere quello de Il Secolo d'Italia. Ma Alfredo Mantovano, come altri, hanno assecondato senza riserve l'idea di Fini. "Sorprende che i critici siano ancora fermi all'album fotografico del 2000 e non colgano gli effetti positivi che la Fini-Bossi ha già iniziato a provocare", ha detto il sottosegretario agli Interni, sostenendo che grazie a questa legge "si sta uscendo da quella emergenza che in passato rendeva improponibili discorsi diversi dal contrasto alla clandestinità".
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