ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Corriere Adriatico (Sezione: Pag. ) |
Venerdì 26 settembre 2003 |
LUCA MASOTTO L'analisi del patron del napoli naldi "Il calcio italiano è ostaggio dei violenti"
ROMA - Ma allora è in quell'inferno di intolleranza, odio e violenza che si agitano le forze del male. Non è solo un singolo presidente, e il suo club di appartenenza, a sentirsi vittima e ostaggio delle frange tifose estreme. C'è molto di più e di altro, secondo il numero uno del Napoli, Salvatore Naldi, che nel correggere il tiro delle accuse lanciate dopo la squalifica del campo partenopeo per cinque giornate in seguito ai luttuosi fatti di Avellino di sabato scorso, allarga la denuncia a tutto l'ambiente del pallone. Che si stia sfaldando quell'impalcatura, peraltro traballante, sulla quale si negava la contiguità forte fra i club e la tifoseria organizzata? Che i presidenti siano diventati un esercito di "indifesi"? Poco prima di prendere parte alla riunione di Lega, che ha ancora una volta alzato bandiera bianca sulla questione della cessione dei diritti tv alla piattaforma Sky, Naldi coinvolge, in quella che considera un'Italia del calcio vittima del ricatto, molte altre società: "Le mie parole sono state male interpretate, io non sono ostaggio di nessuno ma è il calcio e l'Italia che lo sono di qualche delinquente". I timori di aver avuto forse troppo coraggio in quelle dichiarazioni a caldo poco dopo la sentenza del giudice sportivo e di rischiare ritorsioni dei delinquenti messi da lui sotto accusa ha convinto Naldi a cambiare versione. Ma la sostanza non cambia. Anzi. Forze dell'ordine hanno preso sul serio le accuse tanto che la Questura, come si apprende dagli uffici investigativi della squadra mobile, convocherà presto Naldi "per chiarire formalmente le sue denunce" mentre Federcalcio non poteva non mostrare la volontà di vederci chiaro aprendo un'inchiesta. Sulle misure per combattere la violenza negli stadi dopo il vertice al Viminale si sono trovate soluzioni nell'immediato. Ma le gabbie in vetro blindato costruite a San Siro, il "rimodellamento" dei Distinti al Ferraris e i biglietti non più vendibili agli ospiti dopo le 19 del giorno precedente l'evento, non sembrano sufficienti. Affascina sempre l'idea di importare il modello anti-holligans degli inglesi. Ed è allo studio - su indicazione del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - la presenza di un responsabile per la sicurezza in ogni stadio per fare da collegamento tra le società e le forze dell'ordine. Che sia un primo passo verso i famosi "steward" di impostazione britannica? I tempi sembrano ancora lunghi (soprattutto se gli stadi continuano a non essere di proprietà delle società). Al momento i presidenti insistono nel chiedere sanzioni con leggi più rigorose per combattere manifestazioni violente, dare maggiore autonomia alle società e bocciare l'idea delle partite da disputare a porte chiuse.
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