ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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giovedì 19 maggio 2005 |
Guiduccio Baldi PROCREAZIONE. Il ministro della Salute al Senato
Storace: «Referendum, sì o no sarà necessario intervenire»
Roma. Francesco Storace, ministro della Salute, è pronto a modificare la legge 40: a prescindere dall’esito referendum sulla fecondazione assistita, «comunque occorrerà intervenire in Parlamento». Ieri, a margine dell’audizione in commissione Sanità al Senato, ha spiegato: «Non sono l’unico a dirlo, ma questo si può fare se il clima non si incendia». La campagna referendaria, per il ministro ha raggiunto toni esagerati. «Sono inorridito dai manifesti politici in giro per Roma», ha sottolineato, «Se si estremizza c’è il rischio che con il quorum si può fare tutto; senza non si può fare niente. Io vorrei la via di mezzo. Ma se si mettono sulla copertina di un settimanale immagini che oltraggiano persino la Madonna, è difficile pensare a un clima sereno». Nel dibattito interviene anche il cardinale Mario Francesco Pompedda, prefetto emerito del Tribunale della Segnatura apostolica: Nessuna «scomunica» per il cattolico che voterà ai referendum, ma una «disobbedienza grave e imprudente» nel non ascoltare l’indicazione dei vescovi. In An nessuno vuole trasformare i referendum in uno scontro assicura Gianni Alemanno, ministro delle Politiche agricole. Tanto meno interno al partito. «Le ricostruzioni fornite da alcuni giornali sulla riunione dell’ufficio di presidenza di An» che si è svolto l’altro ieri sera, sono infatti «molto fantasiose» ma, ha osservato Alemanno non si può «trasformare indiscrezioni in notizie». Insomma, l’ufficio di presidenza, «compreso il sottoscritto», si è ritrovato nel documento approvato a riunione che ha lasciato libertà di coscienza agli iscritti. «In questo quadro», ha concluso il ministro, «continuerò il mio impegno personale per l’astensionismo attivo al referendum del 12 giugno, evitando che tutto ciò si trasformi in una questione partitica o correntizia». Al grido «siamo tutti ex embrioni» ha esordito ieri il comitato per l’astensione attiva. Secondo Alfredo Mantovano, sottosegretario dell’Interno, la campagna per l’astensione è importante perché ha «portata politica» e la vittoria del non voto «confermerà una lenta ma inesorabile rimonta politica del centrodestra». Ma Vittoria Franco, responsabile Cultura dei Ds ha replicato: «Quel messaggio della matita spezzata che invita a non votare, a non esercitare un diritto fondamentale come il voto è diseducativo». E il tam tam corre on line: gli appelli a non disertare le urne assistita si moltiplicano nel sito www.iovadoavotare.it e sono affidati ai volti noti di tv, cinema, musica, cultura e università, che hanno accettato di spiegare perché è importante raggiungere il quorum e aiutare i sì a vincere. A Roma, i 100 scienziati del Comitato scientifico Ricerca e Salute hanno intanto presentato il «Manifesto dei cento» a sostegno dei quattro sì. Tra i primi firmatari: il premio Nobel Rita Levi Montalcini, l’astronoma Margherita Hack, il direttore scientifico dell’Istituto di Europeo di Oncologia di Milano Umberto Veronesi che hanno sottoscritto un «sì alla vita e alla libertà di ricerca, ai diritti e alle speranze dei malati e delle donne, alla laicità dello Stato e alla libertà di coscienza e religiosa».
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