ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Venerdì 13 maggio 2005

da Roma Danilo Paolini

 

  

 No, non è come dire «andate in vacanza»


 

No, non è come dire «andate in vacanza» e venite meno ai vostri doveri di cittadini. L'astensione sui referendum in materia di procreazione assistita è, al contrario, una scelta precisa e consapevole. È il messaggio che un cospicuo numero di parlamentari e di associazioni ha voluto lanciare fondando il Comitato per il "non voto", con lo slogan: «Per la vita, la scienza, la famiglia: non votare!». L'obiettivo è quello di spiegare nel modo più chiaro possibile le ragioni dell'astensione, con un nuovo sito internet (www.referendumfecondazione.it), distintivi, magliette e manifesti. «Davanti a una scelta così netta e complicata, la cosa più responsabile che possa fare chi ha votato la legge 40 è creare le condizioni perché essa sopravviva», spiega il capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volontè.

La lista dei deputati e dei senatori aderenti al comitato è nutrita e "trasversale", coinvolgendo esponenti di Alleanza nazionale e Margherita, di Forza Italia e dell'Udeur, dell'Udc e della Lega Nord, con l'adesione del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Enzo Carra (Margherita) parla di «dissenso rispetto alla nuova linea etica Fini-Almirante-Prestigiacomo». Un nuovo contributo, dunque, a un dibattito che si fa di giorno in giorno più vivace. Se infatti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fa sapere che non si pronuncerà «per non influenzare gli elettori» e il leader della Margherita Francesco Rutelli dice che comunicherà le proprie intenzioni sul referendum solo «tra una decina di giorni», si registrano però prese di posizione importanti sugli opposti fronti, nonché ai vertici delle istituzioni.

È il caso del presidente del Senato Marcello Pera il quale, intervistato da Telepace, definisce «grave» la «fuga in avanti di scienziati e opinionisti, talvolta improvvisati teologi, che ritengono di poter dire con sicurezza e talvolta con sicumera che l'embrione non è una persona e magari inventano pseudo-concetti scientifici come quello di pre-embrione, di pre-vita e così via». E il predecessore di Pera Nicola Mancino (Margherita) è molto chiaro: «Ho votato a favore della legge e ora mi comporterò in modo tale che le norme sulla procreazione assistita rimangano in vigore».

Alleanza nazionale, intanto, cerca di ritrovare un equilibrio dopo la dichiarazione di voto («tre sì e un no, all'eterologa») del vicepremier e leader del partito Gianfranco Fini. Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno e aderente al Comitato per l'astensione, non usa mezzi termini: «Il partito è scioccato, se si vuole usare un espressione dolce. Il mio fax e la mia casella di posta elettronica sono intasati di lettere di dirigenti che protestano e annunciano le dimissioni». Dimissioni non annunciate ma rassegnate sono quelle di Gaetano Rebecchini, che con una lettera a Fini dice addio alla Consulta etico-religiosa di An, organismo di cui era presidente onorario. Mentre nello stesso partito Roberta Angelilli, Adriana Poli Bortone e Barbara Saltamartini fondano il "Comitato per l'astensione attiva".

Sul fronte del "sì", invece, il Comitato promotore dei referendum denuncia l'oscuramento del sito per mano di ignoti pirati informatici. E un folto gruppo di donne tra le quali parlamentari di entrambi gli schieramenti, avvocati, giornalisti, docenti universitarie, attrici e sportive lanciano il "Comitato donne per il sì". Tra loro il ministro per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo, convinta di condurre «una battaglia di civiltà». Infine il segretario dei Ds Piero Fassino, che invita i favorevoli alla legge a «votare scheda bianca». Un metodo per cercare di raggiungere il quorum in qualche modo.


    

 

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