ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Oggi Italia Pag. ) |
Sabato 28 maggio 2005 |
Da Gela (Caltanissetta) Alessandra Turrisi
Nasce a Gela prima associazione antiracket
L'economia sana di una delle zone del Meridione più vessate dalla criminalità prova ad alzare la testa. Nasce la prima associazione antiracket a Gela, la città siciliana in testa alle statistiche di attentati incendiari e intimidazioni a imprenditori e commercianti, per tentare di ribellarsi alla dittatura mafiosa. Presentata ieri in Comune, l'associazione antiusura e antiracket è intitolata a Gaetano Giordano, il commerciante ucciso nel 1992 dalla mafia per essersi rifiutato di pagare il pizzo. La neonata associazione è stata fortemente voluta dal primo cittadino Rosario Crocetta, dai commercianti e dagli imprenditori. All'importante evento erano presenti: Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno, Giuseppe Lumia, componente dell'Antimafia, Tano Grasso e Lino Busà, l'uno presidente onorario e l'altro leader della Fondazione italiana antiusura, e il prefetto di Caltanissetta, Vincenzo Santoro. «Bisogna rompere il muro di omertà e diffondere la cultura antiracket - afferma il sindaco Crocetta, promotore di un'opera di trasparenza nelle istituzioni, degli appalti pubblici -. Un'operazione sicuramente difficile che abbiamo già avviato da diverso tempo e con l'aiuto dei cittadini intensificheremo ancora di più. A Gela magistratura e forze dell'ordine stanno compiendo enormi sforzi per combattere il pizzo, ma è pur vero che c'è bisogno della collaborazione dei cittadini per sconfiggere la criminalità. Purtroppo vi sono politici che non si curano della contiguità con i mafiosi». «A Gela si sta facendo sul serio - ammette Lumia -. La politica sta dando un suo notevole contributo sul piano preventivo per promuovere la legalità e lo sviluppo. Lo dimostrano le numerose operazioni anticrimine eseguite negli ultimi mesi a Gela che hanno portato al sequestro di numerosissime attività illecite di Cosa Nostra e Stidda». Soddisfazione è stata espressa dalla vedova Giordano: «Sia io che i miei figli siamo molto orgogliosi che l'associazione verrà intitolata a mio marito. Sono passati 13 anni, ma evidentemente il suo assassinio non è finito nel dimenticatoio». E il sindaco chiede alla società civile di continuare su questo sentiero: «Non ci sono dubbi che dal giorno del mio insediamento in Comune molte cose sono cambiate. Si è verificato un terremoto all'interno delle organizzazioni mafiose. Sono, infatti, numerose le operazioni antimafia concluse con successo».
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