ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Venerdì 13 maggio 2005

Da Lecce Angelo Sconosciuto

 

  

 Anarchici insurrezionalisti scatta il blitz in tutta Italia

Tra le accuse anche minacce e violenze contro il «Regina Pacis» di don Lodeserto


 

Cinque persone sono state arrestate ed altre dieci risultano indagate con l'accusa di «essere anarchici insurrezionalisti e di aver costituito, organizzato e partecipato ad un'associazione sovversiva con finalità di eversione dell'ordine democratico». Ad eseguire i provvedimenti restrittivi e di perquisizione in diverse località d'Italia disposti dal gip di Lecce, Del Coco, su richiesta del pm Bruno. E così a finire in carcere sono stati Salvatore Signore, 32 anni, di Casarano, ritenuto il leader del gruppo, Cristian Paladini, 27, di Lecce e Saverio Pellegrino, 39, di Monteroni, ritenuti gli organizzatori. Agli arresti domiciliari, invece, sono state assegnate Maria Angela Ferrari, 27 anni, di Casarano ed Annalisa Capone, nata a Brescia ma residente a Lecce.

Dopo due anni di indagini, agli arrestati vengono attributi diversi episodi criminosi, dall'incendio del portone del Duomo di Lecce (avvenuto l'11 giugno del 2003) alla istigazione di numerose rivolte fatte dagli immigrati trattenuti nel Centro di permanenza temporanea «Regina Pacis» di San Foca; dalle «continue minacce gravi» nei confronti del personale e del direttore del Centro, don Cesare Lodeserto, ai danneggiamenti a numerosi sportelli bancomat della Bci-Banca Intesa, sul territorio nazionale, perchè è la banca nella quale sono depositati i fondi del «Regina Pacis».

Agli arrestati ed agli indagati, ancora, si contestano danneggiamenti e furti di pompe erogatrici di carburante in stazioni di servizio e ad esercizi commerciali di «società multinazionali». A loro, ancora, viene contestato l'attentato incendiario alla casa della sorella di don Cesare Lodeserto. E non solo: dall'inchiesta è emerso che la «cellula leccese» aveva contatti con tutta Italia.

Diverse perquisizioni, ancora, sono state effettuate a Lecce, Aosta, Torino, Trento, Trieste, Chieti, Cagliari, Taranto e Catania. Nel centro anarchico leccese, un locale occupato abusivamente, i poliziotti hanno sequestrato floppy ed hard disc, corrispondenza ed altro materiale cartaceo ritenuto importante per il prosieguo dell'indagine. Secondo gli investigatori, soprattutto a Trieste e ad Aosta - benchè non ci siano indagati - è stato trovato «materiale interessante, copioso e vario». E mentre il sottosegretario all'Interno con delega alla pubblica sicurezza, onorevole Alfredo Mantovano, ha rivolto gli apprezzamenti più sinceri al Questore di Lecce e al personale degli uffici, anzitutto la Digos, ed ha sottolineato come l'importanza dell'operazione sia «nel lavoro di identificazione della realtà anarco-insurrezionalista, risalendo da singoli episodi alla ricostruzione della struttura criminale», nel corso della conferenza stampa sia il procuratore capo di Lecce Colonna, sia il pubblico ministero Bruno, hanno tenuto a sottolineare che «l'indagine non ha perseguito l'ideologia anarchica, ma solo chi, pur avendola sposata, si è reso responsabile di condotte perseguibili penalmente».


    

 

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