ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Mercoledi 14 settembre 2005

da Roma Pier Luigi Fornari

 

ALFREDO MANTOVANO

 

 «Con quei patti è la famiglia a essere discriminata»


 

Un diverso tipo di matrimonio con più diritti che doveri. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano entra nel merito delle proposte di pacs presentate in Parlamento, in particolare di quella del ds Franco Grillini che ha raccolto più firme e che esplicitamente riguarda anche le coppie omosessuali. «Nonostante le smentite di Piero Fassino - spiega l'esponente di An -, emerge in modo chiaro dal testo che, a differenza del matrimonio previsto dalla Costituzione, viene concessa una serie di vantaggi e sostegni, ma non ci sono le corrispondenti responsabilità. Ad esempio lo scioglimento avviene sulla base del semplice perfezionamento di un accordo in tal senso, o comunque entro tre mesi».

Dunque un altro tipo di "matrimonio"?
Nella relazione che accompagna la proposta Grillini si introduce il concetto di matrimonio e di famiglia tradizionale. Il che lascia intendere, e neppure tanto implicitamente, che stiamo parlando di un diverso tipo di matrimonio, e di un diverso tipo di famiglia, che in nome delle pari opportunità si ritiene debbano avere pari dignità. Le proposte presentate non sono semplicemente uno strumento per affrontare particolari situazioni critiche, che probabilmente richiedono qualche attenzione specifica, ma una vera e propria svolta culturale, oltre che politica, che punta ad affermare che la famiglia non è solo quella prevista dalla Costituzione.

Un esempio degli effetti?
Nulla impedisce che una persona possa stipulare 50 pacs nella sua vita. A quel punto come la mettiamo con il diritto successorio e con tutte le normative che sono collegate alla famiglia? È un paradosso, ma questi problemi dobbiamo porceli per arrivare a questa conclusione: se esistono situazioni concrete di disagio, si può vedere se esse possono avere una soluzione normativa, ma l'importante è che non si trasformi in una regola che scardina l'istituto familiare. Del resto a queste situazioni la giurisprudenza qualche risposta l'ha già data.

Il pacs impegnerà risorse, ma per la famiglia si dice che non ci sono.
Se c'è un soggetto discriminato, è la famiglia prevista dalla Costituzione. In questa legislatura sono stati presi provvedimenti che hanno diminuito il gap, ma molta strada resta da fare, per rispondere alle esigenze della fascia maggioritaria della popolazione.

Prodi ha considerato il commento di Fini un appoggio alla sua proposta.
Non sono io che devo fare l'esegesi di Fini, ma è chiaro che Prodi ha fatto una proposta di introduzione nella prossima legislatura dei pacs, Fini no. Intanto ha parlato di una non parificazione della famiglia ad altre forme di convivenza e poi ha detto che comunque bisogna impegnarsi per evitare discriminazioni.

Non era una battuta inopportuna?
Il fatto che Prodi l'abbia ripresa in quei termini significa che poteva prestarsi ad una strumentalizzazione. Ovviamente escludo che alla vigilia di un voto uno dei leader della maggioranza abbia la più remota intenzione di appoggiare una proposta di questo tipo del capo dell'opposizione.


    

 

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