ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Oggi Italia Pag. ) |
Mercoledi 17 maggio 2006 |
Da Roma Danilo Paolini
Pisanu: nulla da nascondere Intercettati, caso al Senato
Intervenga, sì, la magistratura, ma per «adottare le misure più opportune» contro chi ha permesso che divenissero «arbitrariamente» di pubblico dominio «intercettazioni di nessuna rilevanza penale». Giuseppe Pisanu non ci sta a vedersi risucchiare nello scandalo che sta sconvolgendo il calcio italiano per le telefonate con Luciano Moggi finite ieri su alcuni giornali che - rileva - «getta ombre sulla mia condotta come ministro dell'Interno». Ombre del tutto immotivate, assicura, precisando di conoscere Moggi «da circa 40 anni» e di «non avere nulla da nascondere» circa i suoi rapporti con l'ex-numero uno della Juventus. Insomma, le conversazioni che riguardavano la Torres (squadra di calcio di Sassari, provincia d'origine di Pisanu) non celavano nulla d'irregolare, a detta del ministro che anche al calcio ha legato il suo nome, firmando i noti decreti contro la violenza negli stadi. E che perciò chiede ora «ai magistrati competenti di adottare le misure più opportune» a carico dei responsabili della "fuga" d'intercettazioni. Ma il caso, inevitabilmente, è divenuto subito politico. Il presidente del Senato Franco Marini ha intenzione di investire «con urgenza» della questione la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di Palazzo Madama, con l'obiettivo di prendere «le opportune iniziative anche, se necessario, di carattere legislativo a tutela delle prerogative parlamentari». Secondo il predecessore di Marini, Marcello Pera, dovrebbe intervenire in maniera «esemplare» anche il Consiglio superiore della magistratura «per bloccare il malcostume» delle intercettazioni che «escono dalle procure e finiscono alle redazioni dei giornali». È stato Marco Follini, già leader e oggi senatore dell'Udc, a chiedere per primo a Marini di «far valere le tutele parlamentari previste dalla legge». Per Follini, che ha espresso «solidarietà» al ministro dell'Interno uscente, «sarebbe grave se, per mettere a nudo il sistema d'illegalità che domina una parte importante del mondo del calcio, si finisse per fare ricorso a una giustizia sommaria che si serve d'intercettazioni la cui pubblicazione è di assai dubbia legalità». Pisanu è infatti un parlamentare. Non potrebbe essere intercettato, se non previa autorizzazione della Camera di appartenenza. E nel caso accada d'intercettare la conversazione d'un parlamentare con un indagato, serve comunque l'autorizzazione per l'utilizzo della registrazione ai fini giudiziari. Da qui l'iniziativa di Marini a difesa delle prerogative parlamentari, analoga a quella presa l'estate scorsa dall'allora presidente della Camera Pier Ferdinando Casini in seguito alla pubblicazione d'intercettazioni di telefonate tra il segretario dei Ds Piero Fassino e l'ex-numero uno di Unipol Giovanni Consorte. Nella stessa occasione Casini chiese ai pm competenti anche se ci fossero intercettazioni relative al deputato dei Verdi Paolo Cento e altri, nelle inchieste sui fatti del G8 di Genova. E Cento ricorda che «occorre sempre cautela con le intercettazioni telefoniche per evitare l'odiosa gogna mediatica». Un principio valido anche per Pisanu, il cui «errore più grande» - insiste l'esponente verde - «sono semmai i decreti speciali e repressivi». Solidarietà al ministro uscente anche dall'ex-capo dello Stato Francesco Cossiga, da Renato Schifani e Niccolò Ghedini di Forza Italia, da Gianfranco Rotondi della nuova Dc e da Domenica Nania e Alfredo Mantovano di An. Quest'ultimo si chiede a che cosa serva pubblicare dialoghi «che non presentano neanche da lontano profili d'illiceità», se non «a dare ragione a chi sostiene che la giustizia penale si sta interessando di molto fumo e di tanta polvere».
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