ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Pag. ) |
Sabato 17 luglio 2004 |
Da Roma Luca Liverani
LA LEGGE BOSSI-FINI
Scontro nel governo sull’immigrazione
Slittano le correzioni
Scontro tra Pisanu e Lega in Consiglio dei ministri sul decreto di correzione della Bossi-Fini. I ministri leghisti Maroni e Castelli bloccano la proposta del Viminale di adeguare la legge alle correzioni della Consulta: la loro controproposta è quella di correggere invece la Costituzione. No, replica il sottosegretario Alfredo Mantovano di An, è un iter troppo lungo per fronteggiare il vuoto legislativo che blocca le espulsioni. Il decreto, comunque, slitta a dopo le ferie estive. E il centrosinistra attacca: governo ostaggio del razzismo della Lega. Critiche anche dalle Acli. La seduta a Palazzo Chigi si apre con l’esame della bozza del decreto, che deve rimediare alle due sentenze della Corte costituzionale che hanno detto no all’arresto in flagranza e no all’espulsione che non passa per un magistrato. Il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu espone la sua proposta. Ma i ministri della Giustizia Roberto Castelli e del Lavoro Roberto Maroni lo fermano: non è la legge che si deve adeguare alla Costituzione, dicono in sostanza, è la Costituzione che va corretta, così che la legge non sia più incostituzionale. Spiega Maroni: «Bisogna intervenire con modifiche costituzionali per affermare in quella sede i principi della Bossi-Fini, perché i cittadini italiani non possono avere minori diritti di chi cittadino italiano non è». Castelli gli fa eco: «Non era possibile in giornata, date le ferie imminenti, fare un decreto che non si può convertire subito e sarebbe stato un decreto a perdere. Tutto rimandato probabilmente a fine agosto». Il Guardasigilli annuncia «un tavolo tra i ministeri della Giustizia-Interni-Welfare-Riforme». Ma sia chiaro che «alla sentenza della Consulta la Lega è contraria». Sulla proposta di adeguare la Costituzione alla Bossi-Fini però si dice subito contrario il sottosegretario all’Interno di An Alfredo Mantovano: «Senza entrare nel merito, io dico che bisogna intervenire rapidamente perché si profila un blocco delle espulsioni, non appena la sentenza della Consulta verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, cioè tra pochi giorni. E l’iter di modifica costituzionale – sottolinea Mantovano – ha un’articolazione temporale che non è certo breve. Nel frattempo si produrrebbero effetti negativi sull’ordine pubblico. Qui c’è un’urgenza da fronteggiare. Una modifica costituzionale non sarebbe né rapida né semplice». Legge ordinaria anche per il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, forzista: «Il nuovo decreto rispetterà le indicazioni della Consulta». Decreto o modifica costituzionale, comunque slitta tutto di almeno un mese e mezzo. E il centrosinistra attacca. «Non è più tollerabile quanto accade nella maggioranza – dichiara Giuseppe Fioroni della Margherita – l’ennesimo scontro insanabile ha provocato il blocco delle modifiche alla Bossi Fini». Fioroni parla di «paralisi irreversibile» del governo «dovuta a faide, veti, contrasti insanabili», e di «maggioranza ancora schiava della Lega». «Non possiamo tollerare – gli fa eco Rosy Bindi – che si voglia modificare la Carta fondamentale adeguandola all’incultura giuridica della Lega. Non sanno legiferare e quando lo fanno calpestano il diritto: si sono liberati del conflitto d’interessi legittimando gli interessi e ora vorrebbero liberarsi degli immigrati sbarazzandosi della Costituzione». Politico il giudizio dei Ds Livia Turco e Giulio Calvisi: «Se l’immigrazione avesse fatto parte della verifica, il governo sarebbe caduto da un pezzo». Per Marco Rizzo del Pdci «nel governo contano più i diktat razzisti di Castelli e Maroni che il rispetto della legalità». Criche anche dalle Acli: «È il naufragio di una legge e di uno stile di governo caratterizzato dalla mancanza di ascolto della società civile e dalla volontà di forzare i passaggi». «Non a caso – denuncia il presidente Luigi Bobba – l’unica norma che ha funzionato, almeno in parte, è la regolarizzazione inserita su pressione dell’associazionismo e in particolare delle Acli».
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