ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Pag. ) |
Domenica 19 settembre 2004 |
Dal Nostro Inviato A Nazareth Giovanni Grasso
Sulle strade di Gerico politici in cerca di una rotta comune
Prosegue il pellegrinaggio dei parlamentari in Terra Santa guidato da monsignor Fisichella
Il drappello dei deputati-pellegrini ha varcato ieri sera le porte della Città Santa. Con emozione i parlamentari e i loro accompagnatori hanno visitato al termine di una lunga e calda giornata il Santo Sepolcro. Le altre tappe del giorno Cana, Gerico, Qumran e il Mar Morto. Nomi carichi di suggestioni storiche, culturali e religiose; spunti per pregare, riflettere e meditare non solo sui destini ultimi dell'uomo, ma anche sulle cause della violenza e dell'intolleranza. Il carattere prevalentemente spirituale del viaggio è fuori discussione. Ma indubbiamente i richiami di monsignor Rino Fisichella, che guida il pellegrinaggio, «perchè i cristiani siano il sale della terra» lasciano il segno in un gruppo di 130 persone che durante il giorno viaggia e prega insieme e che la sera a cena torna a dividersi sui temi del giorno: dal conflitto israeliano-palestinese, alla situazione in Iraq, dalla riforma della Costituzione alle politiche finanziarie. È possibile, dunque, qualche forma di unità. E se sì, di che genere? Non si tratta, ovviamente, di inseguire sogni nostalgici di unità politica dei cattolici in un solo partito. Quanto piuttosto di capire se c'è spazio in Parlamento per battaglie comuni a tutti i cattolici presenti nei diversi partiti. Spiega ad esempio il sottosegretario di An Alfredo Mantovano, che democristiano non è mai stato: «Monsignor Fisichella durante la meditazione a Cana ha insistito molto sui valori della tradizione cristiana, che non sono campati in aria, ma si fondano sulla morale naturale, che è un dato constatabile da chiunque. Soprattutto quando sono in gioco temi essenziali, credo che si riproponga per intero la questione dell'individuazione di una base comune di condivisione, che si fondi sul diritto naturale e che sia capace di dare un senso all'impegno dei cristiani in politica». Anche Giovanni Bianchi, ex presidente delle Acli, ora deputato della Margherita, si pone il problema: «Occorre guardare lontano. Il fatto che sia scomparso il partito di ispirazione cristiana non significa che sia finita la politica di ispirazione cristiana». Per Bianchi bisogna sicuramente fare i conti con il fatto «che le posizioni sono attualmente piuttosto distanti» su molti temi ma, aggiunge, «il dialogo nella chiarezza è possibile, proprio a partire da quello che attualmente ci divide». Con la speranza che magari su certe questioni «si possa passare in Parlamento dal confronto armato a una dialettica serena e rispettosa, che è il sale della democrazia». Non crede nella riedizione della Dc, all'interno della quale ha militato per decenni, Angelo Sanza, di Forza Italia: «Non ci sono i presupposti - spiega - per dar ridare vita ad una esperienza largamente positiva, ma definitivamente conclusa. Il nostro impegno deve essere quello, come dice il Papa, di una missione nelle istituzioni. Indipendentemente dal partito in cui si milita, si può e si deve lavorare insieme come cattolici per promuovere a livello politico e legislativo i nostri valori; la vita, la famiglia, la solidarietà, la dignità umana». Meno ottimista, per via di un clima politico troppo aspro, l'unico deputato dei ds che partecipa al pellegrinaggio, Giuseppe Rossiello: «Temo che il momento storico -segnato da una contrapposizione pregiudiziale e durissima tra maggioranza e opposizione, non consenta di fare operazioni politiche di alto spessore. Sono anni che i poli non riescono a dialogare sugli interessi del Paese. Certo qui tra noi l'atmosfera è molto bella, ma quando torneremo sui banchi della Camera ho paura che ci troveremo di nuovo ingabbiati negli schieramenti».
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