ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire | Venerdì 1 marzo 2002 |
Angelo Picariello
Immigrazione, via libera e polemiche
Milano. Via libera del Senato al disegno di legge Bossi-Fini. Il progetto del governo sull'immigrazione ottiene il primo via libera con 153 voti favorevoli, 96 no e 2 astenuti, e va alla Camera. Poi potrebbe tornare in seconda lettura a Palazzo Madama, in caso di ulteriori emendamenti. Uno si preannuncia in tema di «minori stranieri non accompagnati», in virtù dell'ordine del giorno approvato. Ma è sempre polemica. Cosa cambia. Innanzitutto la filosofia di fondo, il passaggio al contratto di soggiorno, ossia il permesso collegato al contratto di lavoro e alla sua durata, gli immigrati dovranno far pervenire richiesta d'ingresso a consolati e ambasciate, altrettanto dovranno fare i datori di lavoro che intendono assumere immigrati. Per favorire l'incrocio domanda-offerta viene creato lo sportello unico per l'immigrazione in ogni provincia. Il contratto a termine potrà portare a un permesso massimo di un anno (nove mesi per gli stagionali), mentre per i dipendenti a tempo indeterminato si profila questo percorso: permesso massimo di 2 anni, con due rinnovi, e dopo 6 anni - non più 5 come prima - si può ottenere la definitiva carta di soggiorno. I clandestini scoperti, invece, verranno accompagnati alla frontiera. Al secondo tentativo l'arresto è facoltativo, in alternativa alla ri-espulsione: pena prevista da 1 a 4 anni. Il processo per direttissima scatta invece automaticamente al terzo tentativo. Abolita la figura di mediazione dello sponsor, giro di vite anche sui ricongiungimenti familiari, ristretti ai parenti di primo grado: coniuge, figli minori, o anche i genitori, ma solo nel caso di figli unici che li abbiano a loro carico. Piccola novità, su questo, dal Senato. Sono stati inclusi anche i figli maggiorenni inabili al lavoro per invalidità assoluta. Restano in funzione i centri di prima accoglienza, ma vengono allungati i termini per permettere una più dettagliata informativa su identità e status dell'immigrato. Le colf. L'unica regolarizzazione per i lavoratori familiari. Senza limiti di sorta, per gli assistenti domiciliari, i cosiddetti «badanti»; limite di una a famiglia per le colf vere e proprie. La dichiarazione di «emersione» andrà fatta entro 2 mesi dall'entrata in vigore della legge (previste pene da 3 a 9 mesi per chi attesta il falso), e potrà riguardare il personale in servizio al 1° gennaio scorso. L'irregolarità pregressa viene sanata versando 3 mesi di contributi. Le case popolari. Approvato anche l'emendamento sulle case sollecitato dalla Lega e approvato in extremis dal governo: agli stranieri potrà essere assegnato non più di un quinto degli alloggi popolari e di edilizia agevolata. Manette agli scafisti. Nell'emendamento che mette in campo le navi della Marina contro il traffico di clandestini sono anche previste pene dure contro trafficanti di uomini (fino a 12 anni) e sfruttatori di donne e minori (fino a 15 anni), con ammende parametrate al numero di persone «trafficate». «Aspetti come questi non sono stati bene sottolineati», dice il relatore Gabriele Boscetto, di Fi, che ieri ha partecipato a un faccia faccia sulla legge a Sat 2000. «Mi riferisco anche agli incentivi per le donazioni a progetti in Paesi extra-Ocse, che creano un percorso importante di sostegno ai Paesi poveri, di prevenzione all'immigrazione». Le polemiche. Una «legge pessima e dannosa», per l'ex ministro Livia Turco, che firmò con Napolitano la legge tuttora in vigore. «La destra si è messa i tappi alle orecchie per non ascoltare le associazioni», dice. E il verde Stefano Boco, che ha presentato da solo circa mille emendamenti, ora prennuncia la raccolta firme per il referendum. Ma per Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno - fra i principali ispiratori del nuovo testo - «è un passo avanti verso l'Europa». Per l'Udc il ministro Carlo Giovanardi rimarca il ruolo «determinante» della sua parte sulle regolarizzazioni, ma il capogruppo Francesco D'Onofrio ne auspica di nuove, da inserire nelle norme sul sommerso di Tremonti .E se la Lega con Stiffoni e Monti esulta («Ora si volta pagina»), per il diessino Angius si tratta solo di un «tributo» pagato al Carroccio. Le donne della Margherita non si danno per vinte, chiedono nuovi interventi correttivi alla Camera. E anche Giulio Andreotti si schiera: «Se si fosse potuto riflettere sui singoli punti quel testo poteva essere migliorato», sostiene.
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