ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Oggi Italia Pag. 13) |
Martedì 20 settembre 2005 |
da Roma Luca Liverani
Tutela della Famiglia
Prima si pensi a tutelare le famiglie vere. Dal mondo politico arrivano numerosi i commenti di sostegno al cardinale Camillo Ruini che - a proposito del dibattito sui Pacs - ricorda che sono le famiglie, e non le coppie di fatto, ad avere urgente bisogno di aiuto. Soprattutto dalla Cdl, ma anche dal centrosinistra, con l'Udeur. Romano Prodi non commenta, ma condivide le critiche del Cardinale «per la poca valorizzazione e il poco sostegno alle famiglie». Da sinistra e dai radicali le consuete accuse di "lesa laicità dello Stato". «Non voglio commentare - dichiara Romano Prodi - le affermazioni di un alto responsabile della Chiesa, che semplicemente ascolto con assoluto rispetto». Una cosa però la dice, il leader dell'Unione: «Voglio unirmi a lui nella critica sulla poca valorizzazione e sostegno della famiglia fatto fino adesso. La famiglia la si sostiene con la legislazione, con gli aiuti, con una vera politica che non è stata fatta e sulla quale mi sono impegnato e mi impegnerò». Ma contro Prodi piovono gli attacchi di molti esponenti del centrodestra che citano il Cardinale. Al di la delle polemiche, però, pressoché unanime nella maggioranza di governo il consenso sul fatto che, come dice il presidente del vescovi italiani «il sostegno alla famiglia legittima dovrebbe essere la prima e vera preoccupazione dei legislatori». Il ministro dell'Udc Mario Baccini si dichiara preoccupato per «i tentativi ormai inequivocabili di quanti propongono patti di ogni genere, con lo scopo, non dichiarato, di cancellare la famiglia». «La Costituzione è un atto laico che tutela la famiglia naturale fondata sul matrimonio», dice Maurizio Gasparri di An. Nessuna «discriminazione», ma no ai «simil-matrimoni». Sì a «eventuali intese, ma la priorità resta quella della tutela della famiglia da sostenere con denaro e politiche sociali». «Le indicazioni del Cardinale non riguardano "interessi cattolici", bensì il bene dell'uomo», commenta il sottosegretario Alfredo Mantovano. «Non è giusto - dice - che l'attenzione della politica si concentri sui problemi di una minoranza distogliendosi da quelli, gravi e prioritari, della maggioranza delle coppie eterosessuali sposate». «È la famiglia naturale la grande Cenerentola discriminata», gli fa eco sempre da An Riccardo Pedrizzi. Francesco Giro di Forza Italia dice che «tra gli obiettivi che da tempo ci siamo posti e che dovremmo incominciare a perseguire, c'è l'applicazione in campo fiscale del quoziente familiare». Ma il sottosegretario forzista al Welfare Grazia Sestini risponde che «costa troppo: tra i 12 e i 15 miliardi». Nell'Unione, col cardinale Ruini si schiera solo Clemente Mastella: «Parole autorevoli che danno conferma alla nostra linea politica, al nostro modo laico, anche se cattolici, di risolvere questioni importanti». Serve «tono e dignità alla famiglia italiana anche con sostegni pubblici, e nessuna terza via italiana alla famiglia». Franco Marini della Margherita trova piena sintonia tra Prodi e il Cardinale Ruini che, sostiene, presta «particolare attenzione ai problemi spesso drammatici delle unioni di fatto che meritano una approfondita attenzione in sede legislativa». D'altronde, conferma Rosy Bindi, l'intenzione di Prodi «non è quella di affievolire il matrimonio né cambiare il diritto di famiglia». Dal resto dell'Unione solo bordate. Per Willer Bordon (Dl) «il giudizio del Cardinal Ruini sulle coppie di fatto forse è un qualcosa che se non ci fosse stato sarebbe stato meglio». Per il vicepresidente dello Sdi Roberto Villetti, «Andare all'attacco dei Pacs non serve né a difendere il matrimonio né a tutelare la famiglia, ma solo a confinare nell'ambito di accordi tra privati, scelte individuali che meritano di essere tutelate». Franco Grillini dei Ds è il più sottile: «Sembra che persino Ruini riconosca l'esistenza delle coppie di fatto ipotizzandone dei diritti». «Le leggi le scrive il Parlamento e non Ruini», attacca il radicale Daniele Capezzone. Lanfranco Turci dei Ds parla di «arroganza illiberale». E Gloria Buffo si rallegra perché «i custodi della legge non sono i ministri di culto».
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