ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Oggi Italia Pag. ) |
Mercoledi 23 novembre 2005 |
Da Roma Antonio M. Mira
SOLDI E CRIMINALI Mons. D’Urso: la prossima Quaresima sarà solidale nei confronti di chi sta vivendo questo grave problema Usura, sul Sud l’ipoteca degli strozzini
Una tragica cappa copre quasi tutte le province del Sud: l'usura. Immaginabile, forse, ma ora i crudi dati ce lo confermano. Le venti province a maggior rischio di usura sono, infatti, tutte meridionali. E risalendo l'amara classifica negativa, tranne pochissime eccezioni, le posizioni negative appartengono ad aree del Mezzogiorno. È quanto fotografa le ricerca "L'usura nelle diverse province italiane" curata dal sociologo Maurizio Fiasco, specialista in materia di criminalità, e presentata ieri nel corso del convegno "Dieci anni di solidarietà", organizzato dalla Consulta nazionale antiusura che in questo modo ha voluto ricordare la ricorrenza. Momento di riflessione e di impegno che vede ancora una volta la Chiesa in prima linea. E la conferma viene da quanto annunciato da monsignor Alberto D'Urso, segretario della Consulta. «La Cei ha deciso che la prossima Quaresima sia di solidarietà nei confronti dei fratelli colpiti dal fenomeno dell'usura». Ma torniamo alla ricerca. Sulla base di indicatori criminologici, economici, finanziari e sociali, la classifica delle province più a rischio di usura vede in testa Napoli che si piazza al negativo posto 103, seguita da Catanzaro, Caserta, Lecce, Catania, Reggio Calabria, Brindisi, Palermo, Salerno, Cosenza, Caltanissetta, Benevento, Messina, Vibo Valentia, Foggia, Bari, Taranto, Crotone, Agrigento, Trapani. La prima del Centro è Latina al posto 82, la prima del Nord è Genova all'ottantesimo. Province quasi indenni dal fenomeno sono invece Bolzano, Reggio Emilia, Belluno, Pordenone, Treviso, Trento, Vicenza, Lodi, Modena, Milano. Mentre la "migliore" del Sud - Matera - si trova al 47°. Una fotografia che è frutto, denuncia Fiasco, dell'abbassamento dell'attenzione da parte dell'opinione pubblica, delle istituzione e delle banche. La conferma dal netto calo delle denunce. La media del periodo 1976-91 era stata di 272 denunce all'anno. Quindi, soprattutto grazie alle iniziative delle associazioni, nel periodo 1992-96 ci fu un vero e proprio boom, con una media di 1.253 denunce l'anno. Poi, un drastico e progressivo calo: 1.041 denunce nel periodo 1997-2000, 764 in quello 2001-05. E, sottolinea Fiasco, «nel Sud l'usura si è cronicizzata». Uno dei motivi, denunciano molti degli intervenuti al convegno, sono i finanziamenti insufficienti per il fondo di solidarietà. Certo, come ha spiegato il commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Carlo Ferrigno, dal 1999 a oggi sono stati erogati 33.753.506 euro nei confronti di circa 450 imprenditori che hanno deciso di denunciare il proprio usuraio. Ma questi fondi restano legati alla precarietà dell'inserimento o meno nelle Finanziarie. Così viene accolta con un lungo applauso la notizia, annunciata dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, che sulla base di un accordo tra Viminale e ministero dell'Economia si intende inserire nel maxiemendamento alla Finanziaria una norma che consenta di aumentare i fondi antiusura, quando necessario, con un semplice decreto del ministro dell'Interno. Per ora solo una bella proposta. «Speriamo che possa trovare sede nella Finanziaria», sottolinea infatti Mantovano. Anche perché, come emerge ancora dalla ricerca, servono risposte non più emergenziali, ma di vero servizio che rendano stabili prevenzione, gestione dei rischi, contrasto giudiziario, riparazione e reinserimento degli usurati.
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