ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Editoriali Pag. ) |
Martedì 24 Giugno 2003 |
Dario Antiseri Le buone ragioni del ministro Pisanu Le radici cristiane e gli immigrati in mare
E' stato addirittura un laico come Popper ad ammettere apertamente che «gran parte dei nostri scopi e fini occidentali, come l'umanitarismo, la libertà, l'uguaglianza li dobbiamo alla influenza del cristianesimo». Peccato che nella stesura della costituzione europea, si sia avuto paura - usando argomenti insostenibili - di richiamarsi alle radici cristiane dell'Europa. E, dunque, a maggior ragione va elogiata la presa di posizione del ministro Pisanu il quale, insistendo sull'identità e sulla storia d'Europa, che è «anche una storia di lavoro e di emigrazione», si è chiesto e chiede: «Abbiamo o no una civiltà alle spalle, che è più di tutto una civiltà cristiana, e non può farci dimenticare la solidarietà per abbandonarci agli istinti, primo fra tutti l'istinto egoistico della paura? Oppure siamo solo un insieme di Paesi spaventati, che cercano inutilmente di cancellare il problema, ignorando che la paura non può diventare politica?». La paura non può diventare politica, e ai politici - tutti i politici - Pisanu ricorda quello che sa pure l'ultimo dei nostri pescatori, e cioè che la condizione di naufrago fa scattare l'obbligo di soccorso - un obbligo morale e politico. Il problema degli immigrati clandestini non è, ovviamente, un'invenzione di Bossi. E' una questione che, sicuramente aggravata dalle più recenti tragedie in mare, va affrontata «senza urla da osteria» e a livello europeo, anche perché soltanto il 20-25 per cento di quanti sbarcano sulle nostre coste si fermano in Italia, mentre gli altri passano in diversi Paesi europei, dirigendosi soprattutto verso la Francia e la Germania. Per questo, il recente vertice di Salonicco rappresenta un passo davvero importante verso una soluzione adeguata del problema dell'immigrazione - un problema che il semestre italiano di Presidenza europea dovrà affrontare con tutto l'impegno possibile. E buona, a tale riguardo, è di certo l'idea del ministro Frattini di premiare i Paesi che bloccano i clandestini, vale a dire d i offrire una maggiore quota di "regolari" a chi ferma gli imbarchi all'origine. Si tratta di una proposta saggia, già avanzata da Pisanu e sulla quale é tornato con ulteriori argomenti il sottosegretario Mantovano. Il prossimo decreto sugli immigrati aprirà le porte a 19.500 extra-comunitari i quali si aggiungeranno ai 60mila stagionali. Nel 2003, pertanto, si avranno 80mila ingressi. Sennonché, ha fatto presente Mantovano, gli industriali ne chiedono oltre 200mila, per cui è urgente dare la precedenza alle nuove quote di ingressi. Dichiara il sottosegretario: è miope bloccare le frontiere, in primo luogo perché miseria e disperazione continueranno ad esistere e poi per la ragione che è impensabile fermare settori della produzione sempre più dipendenti dal lavoro extra-comunitario. Di conseguenza, la via regia consiste in una proposta relativa ai flussi di ingresso regolare nella cornice di trattati con Paesi mediterranei come la Tunisia e soprattutto la Libia. «Se si stabilisce che un Paese potrà avere una quota riservata di 10 mila persone, farà del tutto per impedire che dal suo territorio partano nuovi clandestini: altrimenti l'accordo salterebbe». Proposta ragionevole per la soluzione di un problema urgente e drammatico: coniugare i nostri interessi con quelli di altri. Ma, al di là di questi legittimi interessi, è stato come respirare un po' di ossigeno quando qualche politico non ha avuto paura di mettere al primo posto il valore della vita umana, senza curarsi di insulti, minacce e ricatti.
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