ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Pag. ) |
Domenica 24 luglio 2005 |
Da Roma Pier Luigi Fornari
CONVENTION Buontempo: vuoto profondo tra leader e partito. Ma Bonatesta: il problema non è lui ma i colonnelli che sentono odore di caduta An, la «destra sociale» polemica con Fini: «Si è rotta l'unità della classe dirigente»
Da Roma Acque sempre agitate in An, dove il gran capo Gianfranco Fini pensa già alla fase numero due del suo "ripulisti": le strutture del partito a livello locale, cioè federazioni, organizzazioni nelle grandi città, comitati direttivi. Intanto in vista della direzione di giovedì, ieri alla convention organizzata a Orvieto dalla rivista "Area", vicina alla destra sociale di Alemanno e Storace, non sono mancati momenti polemici pro e contro Fini, nonostante i leader di "destra protagonista" (Ignazio La Russa e Gasparri) abbiano deciso di non presenziare. «In questi giorni si è rotta l'unità sostanziale della classe dirigente di An, decisa dal congresso di Bologna che su questa base aveva dato a Fini il mandato di governare il partito», è andato all'attacco Carmelo Briguglio. «Bisogna smettere di spazzare la polvere dietro il divano. Bisogna dire le cose come stanno senza paura. I dirigenti devono avere dignità e schiena diritta», ha insistito l'ex capo della segreteria politica. E sulla decapitazione dei vertici decisa dal presidente di An, ha osservato che Fini non può «rompere le regole», a lui semmai «spetta il dovere di ricostruire l'unità della classe dirigente». E poi se si andrà verso il partito unico della CdL, è d'obbligo «preservare l'identità della destra». Ancora più polemico l'intervento, molto applaudito, di Teodoro Buontempo, che ha lamentato «un vuoto profondo tra la funzione del leader e il corpo del partito». Per il battagliero deputato sarebbe un «crimine politico», se ora che «c'è voglia di destra, la destra non si faccia trovare». «Legittimo e doveroso, da parte del presidente del partito - ha ribattuto Michele Bonatesta - revocare ogni tipo di incarico fiduciario, nel momento in cui la fiducia è stata mal riposta, se non addirittura tradita». Il senatore, lasciando il raduno in polemica con Buontempo, ha sostenuto che «il problema non è Fini, ma i colonnelli e i marescialli, quantomeno alcuni, in attesa di promozione, che ora sentono profumo di "caduta in disgrazia"». Alfredo Mantovano, invece, ha richiamato il partito all'attuazione del documento «alto», di «prospettiva» e di «contenuti» approvato nell'ultima assemblea nazionale. «Io mi sono distratto - ha ironizzato -, mi dite di quel documento quale punto ha trovato finora un inizio di attuazione?». «La destra, la destra cattolica, sociale e nazionale, la destra vera, insomma, non solo non deve essere mandata in soffitta - ha ammonito Riccardo Pedrizzi -, ma deve contare e incidere sempre di più. Anche e soprattutto se si arriverà al partito unico o unitario del centrodestra».
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