ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Martedi 27 dicembre 2005

Da Roma Danilo Paolini

SEDUTA DI FINE ANNO

Nel centrodestra contrari An (con alcune eccezioni) e Lega Favorevole ma cauta Fi Ds e Dl preferiscono l’indulto. Mastella: «Non ci sono né i numeri né il tempo»

 Camera aperta per amnistia

Montecitorio apre i battenti oggi su richiesta di 204 deputati Casini ammonisce: «La Piazza va rispettata, ma decide il Parlamento»


 

La Camera dei deputati apre i battenti in via eccezionale alle 9,30 di oggi, 27 dicembre, per discutere di amnistia. I favorevoli e i promotori assicurano che non sarà un buco nell'acqua. I contrari e gli scettici ripetono che sarà solo tempo perso, con l'aggravante di alimentare illusioni tra coloro che soffrono dietro le sbarre, in celle sovraffollate all'inverosimile. Ma tant'è: nei giorni scorsi 204 onorevoli hanno chiesto a Pier Ferdinando Casini di derogare alla pausa natalizia. Richiesta accolta, anche se lo stesso presidente della Camera ha precisato di averlo fatto «perché ciascuno si assuma le sue responsabilità». E ha ammonito: «Niente sarebbe più intollerabile che suscitare aspettative nella popolazione carceraria senza realistiche possibilità di soddisfarle».

È un problema di numeri, soprattutto perché - come ha sottolineato ancora Casini dopo la manifestazione di Natale a Roma promossa dai radicalsocialisti - «la piazza va rispettata ma è il Parlamento che deve decidere». E per approvare un'amnistia serve l'assenso di almeno due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Molti sono curiosi di vedere quanti dei 204 deputati firmatari dell'appello a Casini ci saranno, stamattina.

Per il momento si sa che la Questura ha contato in poco più del doppio (tanti "vip", poca gente comune) i partecipanti alla marcia di Natale guidata da Marco Pannella. Il quale per tutta risposta ha accusato niente meno che i sindacati di non aver contribuito a ingrossare il corteo e Casini di boicottare «maliziosamente» la seduta con alchimie di calendario.

Ma in questo caso fatti e numeri coincidono, si diceva. Entrambi dicono che Alleanza nazionale (salvo alcune autorevoli eccezioni come Altero Matteoli e Alfredo Mantovano) e Lega Nord sono contrarie all'amnistia, mentre Forza Italia non è contraria ma continua a invitare alla cautela e alla responsabilità. E Carlo Giovanardi, ministro dell'Udc per i Rapporti con il Parlamento, è convinto che oggi alla Camera «si sentiranno soltanto chiacchiere».

Per i partiti di Fini e di Bossi hanno parlato ieri Maurizio Gasparri e Roberto Maroni. Quest'ultimo ha ribadito «la totale contrarietà a ogni forma d'amnistia». Mentre il primo ha auspicato che la seduta di oggi «metta la parola fine a questa vicenda, anche per evitare d'ingannare con posizioni ambigue chi sta in carcere. Non è tempo di colpi di spugna - ha proseguito - ma di certezza della pena».

Tanto è bastato al leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio per dichiarare che «la CdL vuole boicottare un atto di clemenza per i più deboli». In effetti, sulla carta, l'Unione è per l'amnistia, però Ds e Margherita hanno preferito presentare alla Camera e al Senato una proposta di legge per il solo indulto. E non mancano i distinguo, all'interno del centrosinistra. Clemente Mastella (Udeur) è a favore ma ha avvertito: «Con rammarico ma anche con realismo occorre prendere atto che per l'amnistia non ci sono né i numeri né il tempo».

Al contrario, il fronte dei promotori è convinto che quello di oggi non sarà un appuntamento formale e senza costrutto. Enrico Boselli, numero uno della Rosa nel pugno, ha garantito «il forte impegno» dei suoi 11 deputati. E nel frattempo prova a mobilitare anche il Senato con Roberto Biscardini, secondo il quale «il presidente Pera ha il dovere di convocare la seduta sull'amnistia dopo la decisione della Camera».


    

 

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