ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Pag. ) |
Venerdi 02 aprile 2004 |
Da Roma Michela Gambillara LOTTA AL CRIMINE Obiettivo dell’incontro alla Domus Mariae costituire un pool altamente specializzato per vincere la battaglia nei confronti di strozzinaggio e «pizzo»
Chiesa e Stato: insieme contro l'usura
Insieme, Chiesa e Stato, con uno scopo comune: sconfiggere l'usura e il racket, piaghe sociali del nostro Paese e motivo di destabilizzazione delle famiglie e del lavoro. È l'appello rivolto da monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, all'assemblea annuale della Consulta nazionale antiusura che si è riunita ieri alla Domus Mariae con un tema di lavoro - "Il sovraindebitamento e l'usura interpellano la Chiesa e lo Stato" - assolutamente esplicito su questo punto cruciale. Cruciale quanto quello - sottolineato da monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace - di dar vita urgentemente a un «pool altamente specializzato» per vincere davvero la battaglia contro strozzinaggio e "pizzo". «Gli usurai - spiega Bregantini- lasciano tracce evidenti. Ma spesso mancano la capacità e la decisione "politica" di perseguirle. Bisogna quindi investire di più contro l'usura e la mafia, che puntano non solo al denaro e al potere, ma anche all'assoggettamento di persone che diventano ricattabili». In che modo si può intervenire praticamente? Il vescovo di Locri indica una strada che metta comunque al centro la dignità della persona, prima dei soldi da restituire o del negozio da salvare. E segnala tra le principali cause di questo femomeno «l'impoverimento crescente dei ceti medi, il culto del guadagno facile, le banche sempre meno all'altezza del loro scopo sociale primario e la difficoltà di denuncia da parte delle persone lese». Di strada, comunque, la Consulta nazionale (che il prossimo anno celebra il decimo anniversario dall'istituzione), ne ha fatta molta. Oltre trenta sono, infatti, le Fondazioni regionali o provinciali, (riconosciute dalla Consulta stessa) che operano in settanta centri d' ascolto su tutto il territorio nazionale, riuscendo a sottrarre migliaia di famiglie al giogo dello strozzinaggio. «Dovremo sollecitare le Regioni - dichiara padre Massimo Rastr elli, presidente della struttura - a costituire un Osservatorio sull'usura e sulle estorsioni e a varare leggi regionali che prevedano interventi di tutela per le famiglie in difficoltà». «La rete antiusura può essere ancora potenziata - insistee monsignor Alberto D'Urso, segretario nazionale della Consulta - e devono migliorare ulteriormente i rapporti con le realtà istituzionali, come i ministeri dell'Interno e dell'Economia, le istituzioni bancarie e il Cnel». «Ma per realizzare tutto questo è fondamentale - riprende padre Rastrelli - il rifinanziamento delle Fondazioni, attraverso i fondi previsti dall'articolo 15 della legge 108/1996». Adempimenti che, secondo il ministero dell'Economia, dovrebbero avvenire in tempi brevi. E lo Stato? S'impegna per fare la propria parte, dice il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. E ricorda sia «la legge di settore, la 44/99, funziona bene» sia che «sono aumentate le denunce e sono stati inclusi nel programma di protezione sessanta testimoni di giustizia». Nonché il lavoro di coordinamento condotto dal Commissariato governativo per la prevenzione e il ristoro dei danni delle vittime dell'usura e del racket, guidato da Carlo Ferrigno». «Quello che serve- ammette Mantovano - è una maggiore omogeneità nell'azione di contrasto degli uffici giudiziari». Ma la denuncia da parte della vittima resta comunque indispensabile per dare efficacia alla lotta conto gli usurai.
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