ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo comparso su Avvenire Sabato 4 Agosto 2001

DANILO PAOLINI

«Va sottolineata la tempestività del Viminale»

«Tagli dolorosi, ma responsabili»


Roma. Il taglio è stato «doloroso» ma «responsabile». Insomma, andava fatto. Anche se hanno pagato tre "sbirri" da novanta. E adesso è normale che dentro la polizia «qualcuno accusi il contraccolpo e si senta un po' disorientato». Ma secondo Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno, il governo deve ripartire proprio da qui per "ricucire" il rapporto con le forze dell'ordine.

Ieri il capo dello Stato e il ministro Scajola hanno ribadito la «piena fiducia» nelle forze di polizia. Ma i sindacati non hanno gradito la rimozione dei tre dirigenti. Forse qualcuno, ai vertici come alla base, si sente abbandonato?
Questo non lo so, è certo però che le forze dell'ordine non possono dubitare della stima che gli italiani e il governo nutrono nei loro confronti. E il modo migliore per dimostrarlo è invertire la rotta in materia di retribuzioni, di equipaggiamenti, di addestramento, di trattamento dei funzionari. Se a Genova è accaduto qualcosa che non doveva accadere è anche perché negli ultimi anni non c'è stata adeguata attenzione a questi aspetti. Per recuperare terreno su questo fronte ci vorrà tempo, speriamo che basti una legislatura...

Andreassi, La Barbera, Colucci. A sinistra dicono che «sono volati gli stracci».
Mi sembra improprio definire così il vice-capo della polizia, il capo dell'antiterrorismo e il questore di una città importante come Genova. Anzi, proprio il grado dei dirigenti testimonia il carattere doloroso della decisione adottata. Che non è un'anticipazione di condanna o un'affermazione di responsabilità, bensì un atto cautelare in considerazione dell'inchiesta penale in corso. Anche perché se ci fossero stati riscontri precisi sul piano disciplinare, le conseguenze sarebbero state più gravi.

I provvedimenti del ministro e del governo si fermano qui?
È un po' presto per dirlo, per adesso il ministro ha tirato le somme dell'ispezione disposta a Genova, ma si devono concludere le indagini della magistratura e della commissione parlamentare. Piuttosto, faccio rilevare la tempestività dell'intervento del Viminale. A Napoli, a metà marzo, ci furono disordini di piazza pesanti e le cronache furono molto simili a quelle di Genova: il ministro dell'Interno di allora aveva assicurato che avrebbe fatto chiarezza, non successe niente. Mi pare che stavolta sia andata diversamente.

Ma qualcuno fa notare che finora ha pagato solo la Polizia di Stato, mentre i Carabinieri non sono stati nemmeno sfiorati.
Ragionare in questo modo significa confondere piani differenti. Il provvedimento del ministro riguarda coloro che a Genova avevano la responsabilità del coordinamento delle forze dell'ordine, di tutte le forze dell'ordine, sia pure a livelli diversi. Poi, se e quando verranno accertate responsabilità di tipo penale o disciplinare di singoli appartenenti ai corpi di polizia, saranno disposte le dovute sanzioni.

A proposito di circostanze ancora da accertare: sembra che i poliziotti del blitz nelle scuole Diaz, quando sono entrati, abbiano trovato lì dentro altri colleghi a volto coperto che avevano già abbondantemente manganellato i ragazzi del Genoa Social Forum. Strano, no?
Sono contrario per principio ai processi a mezzo stampa, non posso che confermare la piena fiducia nell'operato della magistratura e assicurare che nessuna violazione accertata resterà impunita. Però è anche importante ricordare che a Genova gli aggressori erano altri, non la polizia. Erano gli stessi che continuano a teorizzare la violenza a fini politici, come ha fatto ieri in una terribile intervista a la Repubblica il leader delle cosiddette tute bianche, Luca Casarini.

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