ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Avvenire (Sezione: Pag. ) |
Mercoledi 04 agosto 2004 |
Da Milano Nello Scavo
STRADE A RISCHIO
«Un'équipe di psicologi per gli esami di guida»
Non basta dire che la patente a punti sta funzionando. Non basta se poi «sulle strade ci sono comunque migliaia di morti ogni anno. Non possiamo accontentarci. Dobbiamo fare sempre di più, cominciando dal rivoluzionare i meccanismi per il rilascio delle licenze di guida». Il viceministro dei Trasporti Mario Tassone ha appena incontrato il ministro Pietro Lunardi, quando rilancia una proposta già avanzata nel corso di un vertice con il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano e i vertici di Anas, Autostrade per l'Italia e Motorizzazzione civile. «Guidare un'automobile o condurre una moto è un po' come avere tra le mani un'arma. Non si può concedere la patente a cuor leggero». Il progetto che in queste ore sta prendendo forma è quello di cominciare dal rivedere la composizione delle commissioni incaricate degli esami di guida. «A mio avviso - insiste Tassone - occorre introdurre anche una squadra di medici che possa accertare non solo le condizioni di salute, ma pure psicologiche e comportamentali di chi chiede il permesso di guida. Purtroppo non tutti hanno la maturità e il pieno senso di responsabilità che occorre per condurre un mezzo di trasporto senza causare pericolo a se stessi e agli altri». Il bollettino di guerra degli ultimi giorni è allarmante: 61 morti nel weekend, mentre ieri altri sette, da Varese a Catania, si sono aggiunti alla lista dei lutti. Metà degli scontri hanno riguardato giovani al di sotto dei 30 anni, molti rimasti senza vita dopo essere volati via dalle proprie motociclette. E questo nonostante il deterrente della patente a punti. Ma irrigidire il sistema di concessioni delle patenti non sarà facile. «Ma non può neanche essere l'unica soluzione a un problema così complesso e drammatico. Bisogna - è l'appello del viceministro - che tutto il Paese si mobiliti. Che prenda coscienza della gravità della situazione». L'appello ancora una volta è a scuole, famiglie, al volontariato. Perché «la salvaguardia della vita diventi una priorità n azionale che non può essere affrontata solo con l'introduzione di nuove norme». Una campagna di sensibilizzazione che cominci «dalla capacità di saper assumere, ciascuno, le proprie responsabilità». Del resto uno sport assai praticato nella Penisola è quello della caccia al capro espiatorio di turno. E in genere quando di mezzo ci sono i morti sulle strade si fa presto ad additare i camionisti. «È assolutamente inaccettabile e incomprensibile l'atteggiamento assunto, in questi giorni, dalle associazioni dei consumatori», ha reagito Pasquale Russo, segretario nazionale di Conftrasporto. «È stato recentemente rilevato, e non certo da nostre fonti, come sia basso il tasso di coinvolgimento dei mezzi pesanti negli incidenti autostradali». In effetti le rilevazioni statistiche stanno dalla parte dei camionisti. E poi, se è vero come sostengono dalla Società italiana di psicologia della sicurezza viaria, che chi ha subito un trauma cranico per incidente stradale è sottoposto a un rischio tre volte maggiore di finire in mezzo ad un nuovo autoscontro, allora si può prendere in considerazione l'ipotesi «di modificare anche il sistema - annuncia Mario Tassone - dei rinnovi delle patenti (attualmente ogni dieci anni, ndr). Anche questa è una ipotesi da considerare».
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