ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Avvenire
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Martedì 5 ottobre 2004

Da Roma Luca Liverani

LA CRITICA ONU

Espressa «grave preoccupazione» per la sorte degli immigrati rimpatriati 

 «Nessuna garanzia per chi rimandate in Libia»

 


 

«Grave preoccupazione». Mentre anche l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unchr) si unisce al coro di critiche contro i rimpatri col ponte aereo italo-libico, la Farnesina fa sapere che - in un colloquio telefonico tra il ministro Franco Frattini col suo omologo libico Abdurrahman Mohamed Shalgam - la Libia conferma «il pieno impegno a continuare il lavoro» e che sta sondando Egitto e Tunisia per allargare la collaborazione. Dall'opposizione non si placano le durissime reazioni, ma la CdL fa quadrato, con la Lega che - dopo tante polemiche - applaude soddisfatta il ministro dell'Interno.

Secondo l'agenzia dell'Onu - ai rappresentanti Unchr non è stato possibile incontrare gli stranieri né in Libia né in Italia - molti immigrati «verrebbero rinviati in Libia senza un'adeguata valutazione delle loro possibili necessità di protezione individuale». Eritrei, somali ed etiopi sarebbero ammessi alla procedura d'asilo, gli altri - soprattutto egiziani - sarebbero respinti in blocco.

Senza appello la condanna dei Ds. Livia Turco, Gavino Angius, Giulio Calvisi e altri parlamentari della Quercia bollano la Bossi-Fini come «una legge inutilmente feroce ma sostanzialmente inefficace», che ha provocato «la bocciatura delle norme sulle espulsioni da parte della Corte Costituzionale» e «un decreto legge assolutamente insufficiente assieme a un accordo con la Libia mai discusso dal Parlamento». Infine, «l'incostituzionale ricorso al ponte aereo con la Libia per sbarazzarsi dei clandestini». Dopo le critiche, una domanda: «Oggi un immigrato come può entrare legalmente dato che i decreti sui flussi non vengono emanati e che comunque prevedono la chiamata nominativa?».

Per Giannicola Sinisi, della Margherita, «i rimpatri immediati sono illegali perchè violano non solo le convenzioni internazionali, ma anche la Turco-Napolitano, poi confermata dalla stessa Bossi-Fini, che prevede che non si possa procedere al rimpatrio forzato di persone che potrebbero essere in pericolo di vita, senza valutare le richieste di asilo». Dello stesso tono le critiche di Oliviero Diliberto del Pdci. Il verde Paolo Cento parla di «deportazione di massa». Per il governo replica il sottosegretario all'Interno di An. Alfredo Mantovano fa notare che «il respingimento alle frontiere dei clandestini è previsto dall'art.10 della Turco Napolitano». «Il governo ha assunto una posizione ferma - dice soddisfatto il ministro leghista Roberto Castelli - un segnale che dice: attenzione, se sbarcate senza permesso tornate indietro». «Era ora - esclama il leghista Luigi Vascon - che il ministro Pisanu assumesse a pieno titolo le decisioni a lui riservate». Il forzista Dario Rivolta parla di «equilibrio e fermezza nel pieno rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali». «Le proteste della sinistra sono del tutto inconsistenti - aggiunge Giampaolo Landi Di Chiavenna di An - e il richiamo al rispetto dei trattati internazionali è la foglia di fico per nascondere la cultura del lassismo e della contiguità con la clandestinità».

A Mantovano controreplica Giulio Calvisi dei Ds: «La sua è un'affermazione incompleta e mistificatrice. L'art.10 prevede sì i respingimenti alla frontiera, ma fatte salve le prerogative di richiedenti asilo e profughi». E ricorda che l'articolo 4 della Convenzione europea vieta le espulsioni collettive.


    

 

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