ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Venerdi 07 aprile 2006

(P.L.F.)

 

 

 ALFREDO MANTOVANO (AN) «Garantire fondi ai servizi e investire sulla famiglia»

«Concentrare la soggettività fiscale sull'intero nucleo è un passaggio necessario»


 

«Ci si deve convincere che una politica in favore della natalità è una scelta necessaria, anche se i risultati non si raccolgono a breve, e anzi nell'immediato può risultare perfino impopolare». Alfredo Mantovano vuole esorcizzare la miopia della politica in materia di politica familiare, giocando di anticipo. «Queste misure devono essere una priorità - spiega il sottosegretario agli Interni di An -. Vanno, perciò, adottate all'inizio della legislatura con la maggioranza più ampia possibile, in un momento in cui non si risente l'effetto dell'avvicinarsi della scadenza elettorale».

Spesso i buoni propositi in materia restano sulla carta...
Il fatto è che se si imposta una politica nazionale a prescindere da una coesione istituzionale con gli enti territoriali, si rischia di applicare una teoria a cui non seguono i fatti. Tutto resta lettera morta, soprattutto per quanto riguarda le principali emergenze (nuovi nati e anziani), se non si fanno i conti con la rete dei servizi sociali che ricade nella responsabilità istituzionale delle Regioni e in parte anche dei Comuni. Perciò si deve stabilire un contatto serio e produttivo nella Conferenza Stato-Regioni, e Stato-Enti locali. È un raccordo che deve servire anche ad indirizzare queste risorse secondo una scala gerarchica al cui vertice è il vero destinatario, la famiglia, perché la individuazione come avviene in qualche legge regionale, di modelli alternativi, provoca dispersione di risorse.

E un fisco a misura di famiglia?.
Il quoziente familiare fa parte del programma della CdL. Bisogna garantire ai servizi i fondi necessari per operare, ma la priorità è investire nella famiglia.

Come giustifica questa posizione?
Per ragioni di principio, perché la qualità della cura è molto superiore in una famiglia rispetto ad una Asl. Inoltre l'aiuto dato alla famiglia, magari in forma di integrazione di stipendio della madre lavoratrice nel periodo in cui resta a casa per la cura del neonato, ha un costo enormemente inferiore a quello che comporta una soluzione impostata sulle strutture pubbliche. E ciò vale anche per gli anziani.

In che modo pensate di realizzare il quoziente?
Si può discutere se il principio possa essere tradotto più efficacemente attraverso la deduzione dall'imponibile del minimo vitale per ogni figlio, ma comunque concentrare la soggettività fiscale sulla famiglia piuttosto che sul singolo percettore di reddito, è un passaggio necessario. I genitori, in base al principio di sussidiarietà, devono godere di autonomia nell'indirizzare queste maggiori risorse al soddisfacimento dei bisogni effettivi dei figli. Il principio di sussidiarietà esige che si lascino alle famiglia quelle risorse che la rendono capace di svolgere al meglio i suoi compiti.

Servirà questo a far risalire la natalità?
La vera ragione per cui si fanno pochi figli è che la tutela che la Costituzione garantisce alla famiglia non è stata attuata. Anzi il matrimonio, la maternità e la paternità sono stati penalizzati, in primo luogo sul piano fiscale. Questa è la ragione per cui i giovani non si sentono incoraggiati a mettere su famiglia.


    

 

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