Arturo Celletti
Il sottosegretario di An: certa magistratura vuole controllare la politica
Mantovano: ora isoliamo l'internazionale delle toghe
Roma.«C'è un'internazionale delle toghe, orientata ideologicamente, che in questo momento individua nel governo italiano un nemico». Alfredo Mantovano, esponente di spicco di An, lancia l'allarme. Denuncia «una solidarietà di corpo che travalica i confini nazionali». E invita ad alzare la guardia contro «quella parte di magistratura decisa a esercitare una sorta di controllo sul potere politico». C'è preoccupazione dietro il ragionamento del sottosegretario all'Interno e magistrato lui stesso. Ma c'è anche voglia di costruire. «Io non sono per le guerre - dice Mantovano abbassando il tono della voce -. Ma il pericolo non può essere sottovalutato e l'unica strada concreta per sfidare e vincere le toghe fondamentaliste è isolarle per poi ripartire dai problemi concreti della giustizia».
Che cosa intende per «toghe fondamentaliste»?
C'è una convinzione che si è affermata: il ruolo della magistratura nei confronti della politica non è tanto quello - sacrosanto - di controllo e sanzione dei comportamenti illeciti dei singoli politici, ma di controllo sulla politica nel suo insieme.
Può essere più chiaro? Una frangia della magistratura considera la politica debole, inadeguata a risolvere i conflitti che si creano nel corpo sociale. E allora fa un passo avanti e si autoconvince che la via più adatta per riuscirci è quella giudiziaria.
Per giudicare tutto questo trova un aggettivo? Non vorrei servirmi del termine eversivo. Preferisco dire "non conforme all'assetto costituzionale di una democrazia".
È un "cancro" in fase iniziale o in stato avanzato?
Giochiamo sulle sfumature: c'è chi fa sua la suggestione al punto da orientare la propria attività giurisdizionale. E c'è chi non la respinge, ma non ne è totalmente schiavo.
Può aiutarci con degli esempi? Si ricorda quando, nella prima parte degli anni '90, si arrivò a ipotizzare un ruolo della magistratura in un ipotetico governo istituzionale? E non è tutto. Per tutto quel decennio alcune amministrazioni comunali e regionali prima di una gara di appalto impegnativa passavano dalla procura della Repubblica. E poi casi come quello di Andreotti...
Torniamo alle gare... Le amministrazioni chiedevano una sorta di avallo, un timbro di legittimità assolutamente inutile, ma rivelatore psicologico di questo condizionamento psicologico della vita politica quotidiana.
E le procure? Invece di rinunciare sdegnosamente, le valutazioni le davano. Eccome, se le davano
Come si cura la malattia? Affrontare il problema sul piano culturale è utile, ma i tempi sarebbero interminabili. Non si può attendere; la gente non ne può più di scontri verbali. E se la magistratura, anche quella associata, si interrogasse su come affrontare i problemi dell'efficienza, forse non avrebbe il tempo di immaginare ruoli impropri che non le competono.
Che cosa significa affrontare i problemi dell'efficienza? Oggi ci sono magistrati che lavorano 12 ore al giorno e magistrati che non lavorano nemmeno 12 ore al mese. Bisogna introdurre dei criteri di verifica della quantità e della qualità del lavoro svolto. E non mi si parli di punizione: chi vuole punire taglia i viveri; noi, invece, nel giro di quattro anni aumenteremo lo stipendio dei magistrati del 40 per cento con punte del 50.
Quanto guadagna oggi un magistrato?
Dipende dall'anzianità: uno appena entrato nelle funzioni credo intorno ai quattromilioni; dopo dieci anni si arriva a sette. Ma qualcosa va cambiato: non si può andare avanti solo in base all'anzianità, bisogna dire con chiarezza "fa carriera esclusivamente chi lo merita". Ma quando affermo questo mi assale un dubbio terribile...
Provi a liberarsene...
Non vorrei che i vertici dell'Anm abbiano mascherato con le fin troppo note dichiarazioni nobili contro le invadenze della politica nella sfera giudiziaria un problema tutto legato alle progressioni in carriera. Questo sarebbe davvero grave.
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