ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Il Giornale di Brescia (Sezione: LETTERE AL DIRETTORE Pag. 43 ) |
Mercoledì 12 giugno 2002 |
Difendersi dall’immigrazione
il contributo dei lettori
Recita un vecchio proverbio che: il medico pietoso fece la piaga verminosa. Ed esso ben si attaglia al problema immigrazione su cui si dibatte in questi giorni in Parlamento. É da premettere che la legge Bossi-Fini, si discosta notevolmente sia dalla Martelli che dalla deprecata legge Turco-Napolitano, che tanti guasti hanno prodotto. Tant’è che si è assistito impotenti ad una vera e propria invasione. Ed è inutile invocare od appellarsi ad un «buonismo» a tutto campo, come al solito fanno le sinistre, che avendo perduto le masse proletarie, tentano di sostituirle con quelle extracomunitarie a cui in quattro e quattr’otto vorrebbero estendere il diritto elettorale attivo e passivo, pur di potersi riprendere il potere, a cui, bontà loro, si erano talmente abituate, da soffrire ora amaramente! Sicché fanno l’occhiolino ai centristi dell’Udc che vorrebbero estendere la sanatoria, che per motivi pratici dovrebbe concedersi alle colf ed alle badanti ormai inserite nelle famiglie per l’assistenza agli anziani, specialmente, anche agli altri lavoratori in nero. Ciò, però, è da escludersi nel modo più assoluto come sostengono Fini e Bossi, altrimenti si andrebbe incontro ad una abnorme regolarizzazione di clandestini che il più delle volte sono stati chiamati in Italia da finti sponsor extracomunitari, col risultato che sono andati ad ingrossare le fila degli sfruttati, se non dei delinquenti, come ha rivelato il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, che ha reso noto i dati in possesso del Ministero. Del resto l’Italia non può ospitare un numero illimitato di stranieri, per motivi territoriali, anzitutto, come ha affermato il presidente della Repubblica Ciampi, nonché per motivi umanitari, non essendoci la possibilità di sistemazione lavorativa per tutti. Non passa giorno che non arrivino alla spicciolata ed alla rinfusa clandestini da ogni dove, ammassati in carrette del mare o nascosti nei cassoni dei Tir. E pure con il rispetto dovuto ad ogni essere umano, non si può per una falsa pietà accogliere tutti. Chi li dovrebbe mantenere e dove andrebbero a vivere o meglio a sopravvivere? I problemi lavorativi non riguardano soltanto gli immigrati, ma anche i nostri giovani specialmente nel Sud e nelle Isole. E sembra un paradosso come la Puglia, la Calabria e la Sicilia, siano divenute la testa di ponte di questa invasione quasi fossero divenute l’Eden. Non considerando che nelle anzidette regioni, il tasso di disoccupazione è talmente elevato, che ultratrentenni sono ancora alla ricerca disperata del primo posto di lavoro. Alle sinistre ed ai centristi, non dicono niente le frequenti manifestazioni dei disoccupati napoletani e palermitani? I calabresi non sono da meno. Tanto che come nell’immediato dopoguerra, si sta verificando una nuova ondata di trasferimenti forzosi dal Sud e dalle isole verso il Nord Italia. Il che dimostra che il tema lavoro sussiste e grava nella nostra realtà economica. La crisi Fiat, per la sua rilevanza, essendo la stessa la principale, industria nazionale; è un altro tassello di cui occorre tener conto. Inoltre, il flusso migratorio verso l’Italia facilitato pure dalla estensione costiera, ha assunto un ritmo tale, che se non si ponesse un freno, saremmo davvero travolti da una marea incontenibile. Ogni città, paese o borgo è ormai dominio incontrastato di un’etnia multicolore, che s’insinua ovunque. A ciò è da aggiungere che i senza lavoro, sono inevitabilmente attratti nel giro malavitoso, che va dalla prostituzione allo spaccio di droga, alle rapine, ai furti. Brescia, tanto per non andare lontano, non è da meno, così pure il suo hinterland. La gente non ne può più, si vive ormai in un clima di paura generalizzato. E c’è da chiedersi pure, se non ne va della nostra stessa esistenza come popolo e come nazione. La scarsa natalità italiana è un altro settore di rischio, considerato l’alto tasso di prolificità degli extracomunitari. Per cui guardando in prospettiva, se la situazione non mutasse, tra non molti anni, il popolo italiano potrebbe essere sopraffatto numericamente. Ma al di là di ogni altra considerazione resta il fatto che chi ci governa, ha il dovere di salvaguardare anzitutto gli interessi nazionali, come del resto in tema immigrazione, stanno facendo gli altri Stati europei. Per cui la legge Bossi-Fini, piaccia o non piaccia alle sinistre e compagnia, va approvata a tamburo battente. Aiuti ai Paesi meno sviluppati, possono e debbono essere mantenuti ed intensificati, con la cooperazione dell’Unione Europea e degli Usa favorendone l’industrializzazione e lo sviluppo onde creare dei posti di lavoro in loco. GIUSEPPINA DE GIOSA Brescia
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