ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Brescia Oggi | Venerdì 29 marzo 2002 |
Biagi, rivendicato in aula il delitto
Bologna. I nuovi terroristi che hanno ammazzato Marco Biagi hanno ottenuto quello che volevano: la legittimazione ad essere considerati a tutti gli effetti brigatisti rossi, venuta proprio da membri «ufficiali» delle Br, in carcere da anni per reati legati al terrorismo, gente che si considera a tutti gli effetti prigionieri politici. La «appropriazione» del delitto Biagi, compiuta con il solito rituale del documento letto in un’aula di giustizia, è venuto questa volta dai brigatisti irriducibili imputati dell’eccidio in via Prati di Papa di 15 anni fa, una rapina in cui persero la vita due poliziotti. In aula c’erano Vincenza Vaccaro, Tiziana Cherubini, Maria Cappello, F Fabio Ravalli, Stefano Minguzzi, Michele Mazzei, Antonino Fosso, Flavio Lori. Hanno rivendicato l’attacco a voce alta e hanno consegnato al loro avvocato due documenti scritti: una rivendicazione e un commento al documento inviato via e mail giorni fa dagli autori dell’omicidio. Nell’aula bunker di Rebibbia, dove era costituita la Corte d’Assise, è stato subito parapiglia. Nella confusione ognuno voleva dire la sua. L’unica cosa certa è stata l’intenzione degli imputati associarsi alla rivendicazione per l’attentato a Marco Biagi. Il processo, di cui fa parte anche il troncone che riguarda l’omicidio del generale Hunt è stato rinviato al 15 maggio. Una rivendicazione, secondo il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, «in linea con le ipotesi formulate dopo l’analisi del documento diffuso via internet in seguito all’omicidio di Marco Biagi. La pista del terrorismo di matrice brigatista era la più accreditata». Un commento fatto proprio in serata dallo stesso capo del governo, Berlusconi. Intanto c’è il fronte delle indagini e quello dell’inchiesta sulla scorta mancata a Marco Biagi. Per il Procuratore di Bologna Luigi Persico, non c’è da attendersi novità eclatanti nei prossimi giorni. Per quanto riguarda la scorta tolta al professore, non si placa la polemica. «È inammissibile che l’indagine disposta dal ministro Scajola si concluda senza rilevare alcuna omissione - afferma l’ex sindaco di Bologna, Vitali - , senza indicare alcuna responsabilità, affermando che tutta la procedura si è svolta regolarmente».
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