Salvatore Avitabile
L’accusa: «Intesa pericolosa tra aziende e funzionari pubblici. Offerte uguali spedite dagli stessi uffici postali». E punta l’indice sul lavoro nero Mantovano: la «cupola» controlla gli appalti Denuncia del sottosegretario all’anno giudiziario del Tar: «Ribassi anomali, vincono sempre le stesse imprese»
LECCE — In provincia di
Lecce esisterebbe un centro
decisionale per l’aggiudicazione degli appalti. Una «cupola»
di imprenditori e funzionari disonesti che piloterebbe le gare
con ribassi anomali. La denuncia-choc porta la firma del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ed è stata fatta
ieri mattina durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario
del Tar di Lecce. IL CARTELLO — Mantovano parla di «cartello» e punta il dito
contro un Comune del sud del
Salento del quale non fa il nome. «Ma ce ne sono tanti altri
- aggiunge - Andare in Procura? Intanto confrontiamo i
bandi di gara con i verbali di
gara stessi, si vedrà quello che
emergerà. Ho dato disposizione al prefetto di controllare le
gare d’appalto. E’ un pubblico
ufficiale, se ci saranno anomalie le denuncerà». Per il sottosegretario all’Interno, dunque,
«la prassi è quella del cartello.
Un’amministrazione pubblica
(nella gran parte dei casi un
municipio) bandisce una gara.
Sulla base del settore di riferimento, della tipologia dei lavori e della collocazione territoriale, le imprese che partecipano alla gara hanno un’idea
di massima - ovviamente non
per millesimi - di quello che
sarà il possibile ribasso medio.
Entra in funzione il cartello:
tutte le imprese che ne fanno
parte (tranne una) propongono un ribasso sproporzionato
per eccesso. Spesso non si ha
neanche il pudore di variare i millesimi per cui, per riportare
per esempio il caso che ho materialmente tra le mani, ci sono quattro aziende che per
una gara che si è svolta di recente in un municipio della
provincia di Lecce hanno indicato tutte il medesimo ribasso
del 29,790 per cento». E aggiunge «Né si ha il pudore di
adoperare grafie diverse per
scrivere sulla busta che contiene l’offerta, o magari non
farle partire tutte alla stessa
ora dallo stesso ufficio postali con numeri consecutivi di raccomandata. Risultato: la media del ribasso sale e la gara
viene aggiudicata all’impresa
che fa parte del cartello, che
nel caso specifico si è staccata
dalle compagne di cordata ed
ha aumentato il ribasso medio
di uno o due punti». Per Mantovano, inoltre, «il fenomeno è
legato al lavoro sommerso. Secondo l’Inps a Lecce 329 le
aziende in nero e 1607 lavoratori nel sommerso, a Brindisi
rispettivamente 80 e 484, a Taranto 310 e 910. Significativi
anche i dati sull’emersione degli immigrati: a Lecce 584 domande, a Taranto 669 ed a
Brindisi 351».
I SUBAPPALTI — E ancora: «A Brindisi alle turbative che interessano le gare bandite dalle amministrazioni pubbliche
si affiancano quelle derivanti
dalla forte presenza in zona di
grosse realtà aziendali di rilievo nazionale, se non internazionale. L’affidamento di lavori in subappalto con ribassi
che in certi casi superano il 40
per cento è il più consistente
incentivo ad occupare in nero
con tutti gli annessi e connessi». Poi annuncia controlli sulle gare d’appalto del 2002 per
stanare i funzionari comunali
disonesti. «Spesso è sufficiente il semplice esame documentale per constatare una alterazione del par condicio dei concorrenti poichè le offerte presentate, pur provenendo formalmente da soggetti diversi,
sono sostanzialmente imputabili ad un medesimo centro decisionale. Non ci vuole certo
l’Fbi per scoprire il cartello. I
Comuni debbono fare i dovuti
controlli. E cito l’esempio di
Milano che ha verificato non
solo indizi formali ai documenti presentati per la gara ma anche aspetti di intreccio societario sia dalle cariche investite
dai vari rappresentanti legali e
direttori tecnici sia dalle proprietarie, peraltro senza l’intervento di prefettura ed autorità giudiziaria». Per Mantovano, dunque, «il sistema bancario che si è progressivamente
allontanato dalle esigenze del
territorio». Gli imprenditori finirebbero nelle maglie dell’usura e del riciclaggio. E ancora: «La criminalità albanese
starebbe investendo una parte dei proventi del traffico di
eroina e cocaina in attività
commerciali nella provincia di
Lecce.
LE REAZIONI — Perplesso il senatore diessino Alberto Maritati.
Dice: «Non è realistico parlare
di appalti e scaricare le responsabilità sull’anima cattiva delle aziende. E poi il pulpito viene da chi fa parte di un
governo che si caratterizza per
provvedimenti assolutori che
danno il via a sanatorie e condoni». Antonio Lia, presidente
dell’Anci, invita Mantovano ad
andare Procura. «Gli amministratori non hanno colpe, sono
i tecnici a gestire tutto. Non
possiamo fare controlli. Mantovano denunci quello che sa
ai giudici». Per il presidente di
Assindustria, Salvatore De
Riccardis, «i problemi vanno
rivolti insieme, le imprese non
possono essere lasciate sole
dal governo». Infine l’ex senatore ds Giovanni Pellegrino
pone un problema giuridico.
Dice: «Il pubblico ministero
amministrativo dovrebbe avere il potere specifico dell’Avvocatura dello Stato, ossia il potere di impugnazione degli appalti alla Procura della Corte
dei Conti».
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