Capita sempre che prima del varo di una Legge Finanziaria più di un ministro, soprattutto se con portafoglio, alzi la voce, anche in pubblico, per le esigenze del proprio dicastero. Non è mai capitato che, dopo che il Consiglio dei ministri - non più tardi di tre giorni fa - licenzia la proposta di Finanziaria per il 2007, ci sia un coro così intenso e composito di critiche e di annunci di modifiche da parte degli stessi ministri che l'hanno votata, e di esponenti qualificati della maggioranza: dai due vicepresidenti del Consiglio al ministro degli Affari regionali, dal ministro della Giustizia a presidenti di Commissione, per non parlare del gran numero di rappresentanti dei partiti di Centrosinistra. Proprio perché la Finanziaria non è una legge come tutte le altre - determina le scelte di governo di un intero anno solare, con riflessi sugli anni successivi -, non appare demagogico chiedersi se può prendere l'avvio in queste condizioni; e se non sia saggio da parte del Capo dello Stato operare, in modo formale, una verifica della esistenza in vita della maggioranza. Un accertamento del genere, preliminare all'inizio del pesante lavoro che il Parlamento si accinge a svolgere, costituirebbe un atto di rispetto del Parlamento medesimo, e un richiamo alla serietà del Governo e di chi ne fa parte.

Roma, 2 ottobre 2006

Sen. Alfredo Mantovano