Mettendo da parte ogni polemica, che non ha senso quando è in gioco la sicurezza di tutti, spero che anche dalla maggioranza si ammetta era possibile fare molto di più. Dalla viva voce del ministro dell’Interno emerge che: 1) gli uomini mandati in aggiunta sul territorio di Napoli sono esattamente 489 (150 PS, 239 CC, 70 GDF e 30 CFS); si arriva alla cifra virtuale (e non reale) di 1.000 attraverso la differente utilizzazione di unità già presenti in zona: il Centrodestra due anni fa ne aveva mandati 1.500 veri, non virtuali; 2) alla vantata riorganizzazione dei distretti di polizia corrisponde la chiusura di presidi sul territorio: questo fa spostare uomini da servizi amministrativi a servizi operativi, ma sguarnisce zone come Bagnoli, Vasto, Dante e San Giovanni; meglio una vettura che passa ogni tanto o un Commissariato stabile? 3) a differenza delle anticipazioni, il prefetto di Napoli non avrà poteri più incisivi di coordinamento, sul modello Reggio Calabria; dell’esercito non ha parlato nessuno; né si è deciso nulla su un impiego più serio della polizia municipale; 4) il resto (pattugliamenti e altro) è ordinaria amministrazione: poteva essere deciso da una o più riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, senza mobilitare ministro e telecamere. C’è bisogno di altro, e di più: se ne riparlerà in Parlamento, quando sarà discussa la mozione di AN sulla sicurezza a Napoli.

Roma, 3 novembre 2006

Sen. Alfredo Mantovano