Dalla relazione del PG Favara emerge la sintesi adeguata delle priorità del programma di governo per la giustizia da realizzare nella prossima legislatura, con riferimento particolare: ad una risistemazione organica del codice di procedura penale, devastato in questa legislatura da leggi come la "Carotti"; alla effettività della esecuzione della pena; alla definizione alternativa delle controversie civili, unico modo per deflazionare la giustizia civile.

Da quella relazione emerge anche ciò che va fatto e ciò che non va fatto in queste ultime settimane di legislatura: va certamente approvata la riforma dei pentiti e dei testimoni di giustizia, rimasta bloccata da sette mesi per responsabilità del ministero dell'Interno. Non va approvato l'"indultino", dal Procuratore Generale definito un ulteriore incentivo alla vanificazione della pena.

In proposito conviene che il sottosegretario Corleone si attrezzi con cappuccini e brioches: sia perché faremo il massimo della opposizione perché l'"indultino" non passi (e quindi il suo digiuno è destinato a durare a lungo), sia perché dovrà consolarsi dell'assenza di una maggioranza sui temi della giustizia. Infatti, non si è mai visto che un uomo di governo non abbia altro strumento che lo sciopero della fame per far approvare un d.d.l. del suo stesso governo.