![]() SOTTOSEGRETARIO DI STATO AL MINISTERO DELL'INTERNO Dipartimento della Pubblica Sicurezza |
Comunicato Stampa |
LE DONNE NON ANDREBBERO ILLUSE CON PRODOTTI PIENI DI CONTROINDICAZIONI.
Si pone contro la legge 194 la reazione irata alla possibilità, prospettata dal ministro Storace, di non porre ostacoli, ma anzi di facilitare, il lavoro di associazioni come il Movimento per la vita. Chi oggi contesta il ministro della Salute scelga se la 194 è intoccabile o se va modificata. Se opta per la prima alternativa, deve ricordare che la stessa 194 prevede, agli artt. 4 e 5, in funzione di prevenzione dell’aborto, il coinvolgimento reale delle “associazioni di volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”, la illustrazione a ogni gestante in difficoltà delle “possibili soluzioni dei problemi proposti”, la messa in opera di “ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna”. E’ ciò che il Mpv fa meritoriamente da quasi 30 anni. Se invece si preferisce gridare allo scandalo e chiedere che la RU 486 sia diffusa ovunque, si impone qualche osservazione: la somministrazione della “pillola” andrebbe comunque preceduta (la legge non fa differenza di metodi abortivi) dall’informativa e dal colloquio dissuasivo previsto dall’art. 5; andrebbe assunta in ambiente ospedaliero o paraospedaliero fino al momento della espulsione del nascituro da sopprimere. Qualora la si assumesse per conto proprio, restando nella propria abitazione, i tempi di una eventuale emorragia non sarebbero compatibili con un ritorno rapido in ospedale: se, per es., per ragioni di urgenza la gestante si imbattesse in ospedale con un obiettore, mai potrebbe costringerlo a intervenire perché si tratterebbe di completare un aborto. Ma in tal caso trascorrerebbe tempo prezioso prima di trovare un medico disponibile a curarla. Dunque, la “pillola abortiva” è incompatibile con le regole fissate dalla 194. Si vuole la RU 486? Va cambiata la 194, in senso più esplicito e libertario. Si ritiene la 194 intangibile e intoccabile? Allora ci si rassegni alla materiale impossibilità di adattarne le norme alla RU 486. Eviterei battute sul sadico desiderio di costringere le donne ad “abortire con dolore”: perché intanto le donne non andrebbero illuse con prodotti pieni di controindicazioni (non solo per il fisico), e poi si tratta di capire se le regole valgono solo quando piacciono.
Alfredo Mantovano
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