ALFREDO MANTOVANO
Deputato al Parlamento italiano
RESPONSABILE DI A.N. PER I PROBLEMI DELLO
STATO


Comunicato Stampa

  numero 15 dicembre 2000

Mantovano (AN): perché Bianco boicotta la legge sui pentiti?


Chi boicotta la riforma della legge sui pentiti? Chi impedisce che sia approvata? Il governo ha il dovere di rispondere a questi interrogativi. Per i quali giova riassumere i termini della vicenda: il disegno di legge presentato nel marzo 1997 da Flick e Napolitano, dopo un lungo esame da parte del Senato, durata circa tre anni, è arrivato alla Camera nel maggio 2000, è stato posto subito all'ordine del giorno, discusso e, nella seduta del 14 giugno, votato dall'intera Commissione Giustizia, con la disponibilità del Polo a concedere la sede legislativa. Il 6 luglio la Commissione Bilancio, chiesta del parere, ha domandato al ministro dell'Interno una relazione tecnica sulla copertura finanziaria: il ministero dell'Interno ha impiegato "appena" 4 mesi per rispondere (di regola queste incombenze si sbrigano in pochi giorni), inviando la relazione l'8 novembre (dopo che l'11 ottobre avevo chiesto nell'aula di Montecitorio un intervento sui ritardi: il che era stato seguito da una lettera di sollecito del presidente Violante al governo). Peccato che la relazione sia incompleta: al punto da indurre la Commissione Bilancio, con lettera del 30 novembre a firma del presidente Fantozzi, a una nuova richiesta al ministero dell'Interno di relazione tecnica, più specifica della precedente. Richiesta che finora non ha avuto alcun seguito.

Da sei mesi la riforma è a un passo dall'approvazione definitiva. Tutte le forze politiche si sono dichiarate formalmente d'accordo sulla esigenza di razionalizzazione e di moralizzazione del sistema. E' vero che il ministro dell'Interno è talmente impegnato in interviste da non curarsi di queste quisquilie. Ma è possibile tollerare il sabotaggio di una legge proposta da un suo predecessore, appartenente alla medesima maggioranza? E, se non è l'on. Bianco, che comunque ha la responsabilità politica dell'accaduto, chi, nel Governo o al di fuori di esso, lavora perché la nuova disciplina non vada in porto? Chi e perché desidera che prosegua lo scempio delle dichiarazioni a rate,dei benefici concessi arbitrariamente, del maltrattamento dei testimoni di giustizia? Se il Governo e il ministro dell'Interno hanno cambiato idea e desiderano, come appare chiaro, che tutto resti com'è, abbiano il coraggio e la dignità di dichiararlo apertamente.

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