![]() SOTTOSEGRETARIO DI STATO AL MINISTERO DELL'INTERNO Dipartimento della Pubblica Sicurezza |
Comunicato Stampa |
CHIEDIAMO ALLA MARGHERITA DI CHIARIRCI LE IDEE
Dopo l’intervento del dr. Jean-Marie Le Menè ad un congresso internazionale organizzato dalla Pontificia Academia Pro Vita Oliviero Diliberto evoca ingerenze della Chiesa nella campagna elettorale, mentre Daniele Capezzone consiglia al governo di convocare le rappresentanze diplomatiche vaticane in Italia per ottenere scuse, con il rituale riferimento al necessario “superamento del Concordato”. Capezzone, tuttavia, pur essendo particolarmente solerte nell’intervenire nel dibattito politico, ha stranamente evitato di commentare il contenuto del messaggio che Benedetto XVI ha inviato oggi ai promotori del convegno nazionale su “La salute in carcere” promosso dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. In esso il Pontefice ha richiamato il doveroso rispetto della dignità umana dell'individuo che ha violato la legge affinché continui a sentirsi parte della società e sia impegnato a reinserirsi in essa. Ieri il capogruppo della Rosa nel pugno Ugo Intini ha affermato che quando la Chiesa difende la vita dal concepimento alla morte naturale espone un “dogma di fede”, che come tale non può essere “imposto per legge” ai cosiddetti laici. Posto che il messaggio odierno è stato firmato dal Papa, il rispetto della dignità del detenuto è un “dogma di fede”? Se lo è, allora è bene che d’ora in poi gli esponenti della Rosa nel pugno evitino di propagandare al loro elettorato “dogmi di fede”, onde evitare che venga incrinata la laicità dello stato. Ma se non lo è, allora non tutto quello che afferma il Papa è “dogma di fede”, e magari rappresenta solamente il necessario richiamo ai diritti naturali dei singoli e della comunità, che in quanto naturali possono essere riconosciuti e difesi anche dai laici. Nell’attesa che i vertici della Rosa del pugno si chiariscano le idee, chiediamo ai cattolici dell’Unione, ed in particolare a quelli della Margherita, se e come sia possibile trovare una “sintesi” fra i principi oggettivi che alcuni di loro difendono, e le isterie dei loro radicali compagni di coalizione.
on. Alfredo Mantovano
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