SOTTOSEGRETARIO DI STATO
AL MINISTERO DELL'INTERNO
Dipartimento della Pubblica Sicurezza


Comunicato Stampa

 

 

 

Mantovano: la legge sull'immigrazione non è fondata sull'allarmismo


Pur rispettando le valutazioni contenute nel dossier della Caritas e della fondazione Migrantes, osservo che nel d.d.l. sull'immigrazione, in via di approvazione definitiva da parte del Senato, la sopravvivenza dello sponsor è stata oggetto di una riflessione, all'esito della quale il governo ha ritenuto del tutto giustificato proporre al Parlamento l'abolizione dell'istituto. Il dato decisivo è consistito nell'esame della nazionalità dei soggetti che hanno prestato garanzie per far arrivare con questo meccanismo gli extracomunitari. L'ultimo decreto, dell'aprile 2001, è stato utilizzato da italiani solo nel 40% dei casi (6123 fideiussioni prestate); sono risultati stranieri tutti gli altri sponsor: 4011 marocchini, 1097 cinesi, 548 pakistani, e così via. Constatare questo non fa ovviamente derivare discriminazioni etniche: fa prendere atto che l'istituto dello sponsor è stato adoperato non già in larga parte da cittadini italiani per far venire in Italia extracomunitari per i quali garantivano, ma da stranieri per far venire altri stranieri, al di là delle norme sui ricongiungimenti o sui flussi.

Quanto al resto, spiace che Caritas e a Migrantes non valorizzino le modifiche che sono state introdotte nella nuova legge, in occasione del passaggio alla Camera, anche sulla base delle proposte da loro formulate (e a me esposte personalmente nel corso di un incontro tenuto al Viminale qualche mese fa): penso all'allargamento del ricongiungimento familiare; alla possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno nel luogo di dimora e non in quello di residenza (per creare minore disagio allo straniero); alla corsia preferenziale per l'ingresso in Italia riconosciuta all'immigrato che nel paese d'origine ha seguito corsi di formazione, organizzati anche da associazioni di volontariato; alla valorizzazione a fini pensionistici dei contributi versati dall'immigrato che lavora; al potenziamento del personale delle rappresentanze italiane all'estero (al fine di facilitare gli arrivi); all'inserimento dei minori stranieri abbandonati, tenendo conto dei percorsi di integrazione effettuati grazie al volontariato; al Programma nazionale sull'asilo, contenente una serie di interventi di assistenza, da realizzare con gli enti locali.

Il governo non considera con allarme l'immigrazione. Intende semplicemente disciplinare il fenomeno con serietà. Nell'interesse degli italiani, e anche degli stranieri presenti in Italia.


Roma, 26 giugno 2002

 

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